D'Assolo continuerò
L'anno che si apre è dunque contrassegnato da un impegno musicale continuo e
impegnativo; esso porta Baglioni a misurarsi, nell'estate successiva, con la
realizzazione di un progetto ambizioso e difficile che mai, nella storia della
musica leggera, è stato tentato dal vivo: si tratta di portare il cantante sul
palco senza musicisti né accompagnatori, non rinunziando comunque alle sonorità
tipiche dei vari strumenti. L'esperimento diviene possibile grazie a un
ingegnere del suono e arrangiatore particolarmente geniale e innovativo:
Pasquale Minieri. Egli, reduce da esperienze musicali di vario tipo, si dedica a
una ricerca elettronica particolarmente sofisticata che presuppone l'utilizzo
della tecnica MIDI: essa consiste nell'elaborazione computerizzata di un suono
che, elaborato, acquista sonorità preordinate. In sostanza, a una corda di
chitarra si permette che corrispondano anche suoni di tastiera, pianoforte, ecc.
Per meglio esemplificare questo concetto si prenda atto delle stesse parole di
Minieri:
"Questo nuovo modo di suonare era davvero difficile per Claudio, perché lui
stava lì dal vivo a cantare e ogni volta che toccava la tastiera i suoni che ne
uscivano erano diversi, mentre quella che lui suonava era la stessa chitarra del
brano precedente o la stessa tastiera. Da un punto di vista mentale era uno
scoglio difficilissimo da superare. In alcuni brani per avere delle parti
ritmiche senza dover ricorrere alla batteria avevamo ulteriormente complicato le
cose. Diciamo innanzitutto che non abbiamo mai cercato di fare giochi di
prestigio tentando di riprodurre suoni conosciuti: abbiamo piuttosto tentato di
inventarceli. Ora, quando Claudio faceva un accordo sulla tastiera o sulla
chitarra ne veniva fuori, diciamo, un suono di piano; quando sollevava la mano
veniva generato un altro impulso musicale di basso e con questo gioco di colpire
la tastiera della chitarra e sollevare la mano si creava la base ritmica. Le
cose si complicavano ancora di più quando avevamo programmato dei suoni
ribattuti, che suddividevano ulteriormente le note. Tutto questo, però, era
pilotato esclusivamente da Claudio, che poteva così cambiare a suo piacere la
velocità dei brani senza avere il problema di suonare su parti predeterminate in
modo ferreo".
Il lavoro di base, come si può facilmente comprendere, è davvero difficoltoso e
vastissimo, ma alla fine viene compiutamente portato a termine facendo
riscuotere alla tournée, manco a dirlo, grandissimo successo.
Non mancano tuttavia, stavolta, le
voci dissonanti: un po' per la nuova tecnica utilizzata, un po' soprattutto per
la sua voglia di innovazione, Claudio propone accordi diversissimi di alcuni
brani classici, fino al punto da renderli quasi irriconoscibili. Forse ansioso
di levarsi quell'annosa e fastidiosa etichetta di "cantore dei buoni
sentimenti", egli stravolge i suoi successi, soprattutto quelli degli anni
Settanta, provocando anche fra i suoi fan più accaniti aspre polemiche. Molti
sostengono che determinate canzoni, quali ad esempio Questo piccolo grande
amore, Sabato pomeriggio, E tu..., non possano venire contaminate, poiché
appartengono ormai all'immaginario collettivo che le vuole sentire riprodotte
sempre nella medesima maniera, quasi fossero un capitale storico della memoria.
Baglioni invece, d'altro canto, rivendica la sua facoltà di autore a
rimpossessarsene, quasi fosse geloso di loro, quasi si sentisse defraudato di
una paternità che tiene ancora a rivendicare. La diatriba è da considerarsi, in
questo senso, ancora aperta.
In ogni modo, quello che l'artista
propone esordendo allo stadio di Lecce nel maggio del 1986 è uno
spettacolo straordinario per professionalità, intensità e sperimentazione. Claudio si offre
con un coraggio straordinario, concedendosi al suo pubblico in un modo che
nessun artista italiano aveva mai osato nemmeno immaginare. I mesi di studio, la
scoperta di nuove frontiere musicali, l'esercizio strenuo della professione, lo
aiutano a divenire musicista più capace ed esperto. Anche le sue performance
artistiche divengono migliori e più sofisticate, corroborate da una mirata e
precisa preparazione fisica. Gli spettatori lo seguono e ricambiano i suoi
sforzi, sempre tesi alla ricerca di miglioramento, affollando stadi e piazze
dove Assolo sceglie di fermarsi.
La scaletta dei concerti è stavolta meno disposta a concedere spazio ai successi
classici, che trovano comunque adeguato spazio nei tre Medley all'organo,
alla
chitarra classica e a quella acustica; essi
vengono proposti con studiata cadenza e, insieme agli altri brani più recenti,
lasciano comunque vibrare nell'aria le suggestioni di sempre.
Lo spettacolo dura più di tre ore e, al suo affievolirsi, come già anticipato,
propone una QPGA praticamente irriconoscibile, una I vecchi commovente per
partecipazione e un'ultimissima La vita è adesso che riporta l'esibizione
nell'alveo tipicamente festaiolo in cui solitamente si riconducono i finali.
Lo spettacolo itinerante chiude i battenti nel successivo
settembre: la Rai ne
manda in onda anche alcuni lunghi spezzoni.
Sarà per questa reiterata presenza
del cantautore nelle trasmissioni mediatiche, per questo suo successo senza
precedenti, oppure per quell'atteggiamento distaccato e presumibilmente
imputabile a una congenita timidezza, intesa da alcuni come impostata
supponenza, che si deve registrare, a partire da questo periodo, anche un moto
d'insofferenza verso il nostro artista presso una parte dell'opinione pubblica.
Baglioni divide l'Italia musicale, che lo ama in maniera viscerale o proprio non
lo sopporta.
Ad ogni modo, la cosa non sembra
preoccupare il protagonista di tale diatriba che piuttosto non sembra proprio
intenzionato a fermare la sua febbrile attività produttiva: assieme a Minieri
e
ad alcuni stretti collaboratori, egli si rinchiude per tutto l'autunno in uno
studio di Rimini per riascoltare e remissare tutte le registrazioni dei
concerti. Insieme, hanno infatti deciso di realizzare il documento dal vivo che
fisserà emozioni, sensazioni e melodie delle nuove e appena trascorse notti di
note. Il triplo vinile
Assolo uscirà nel novembre di quello stesso anno con
l'appendice dell'inedita
Il sogno è sempre.
È questa, una canzone che richiama la melodia dei passi autobiografici compresi
in Strada facendo (1./2./3./4.) e del frammento
Una casa nuova sul retro di
Avrai, costituendone di fatto l'ideale chiusura.
Il testo è contrassegnato da una sottile malinconia per l'incapacità di
comprendersi all'interno del mondo reale: ancora una volta, unica possibilità di
salvezza è la fuga da questa dimensione e il rifugio nell'ambito onirico. Eppure
proprio dalla capacità di sognare, dalla necessità di farsi rivestire
dall'effimero, potrà essere tratta la spinta per ritrovare, anche nel concreto,
quell'energia vitale che servirà a farci conseguire nuovi e raggiungibili
traguardi di piacevole sopravvivenza.
Se rapportato allo strepitoso
successo delle precedenti pubblicazioni, Assolo parrebbe rappresentare un
piccolo passo indietro nel computo dello standard solitamente raggiunto; e
commercialmente lo è senza dubbio. Tuttavia è importante rimarcare l'incidenza
del prezzo, trattandosi di un triplo disco, nonché il carattere decisamente poco
divulgativo acquisito dalle canzoni riarrangiate: il prodotto dal vivo è infatti
essenzialmente concepito come "rockettaro", "veloce" e festante, mentre qui ci
si trova di fronte a un prodotto di fattura decisamente differente che, se è
comunque accettato dai fedelissimi, viene digerito un po' più difficilmente dal
grande pubblico.
Anche la critica si spacca, assumendo ora toni entusiastici e definendolo lavoro
innovativo e aperto a nuove prospettive tecnologiche, ora toni sprezzanti,
etichettandolo come opera altezzosa e confusa.
Ciò che non si può evidentemente
negare è l'eccezionalità dell'evento e la volontà di mettersi in discussione
attraverso nuove strade. A distanza di anni, ad ogni modo, il disco si ascolta
con la piacevolezza derivata dalla musicalità rilassante che altri dischi "live",
anche dello stesso Baglioni, mancano di possedere.
Di questo stesso anno è pure una
campagna pubblicitaria di una ditta di prodotti per pulizia che allega
i nastri di alcuni vecchi successi del cantautore a un prodotto della sua linea.
Tuttavia, appellandosi al fatto che una tale iniziativa lo colpisce direttamente
nell'immagine professionale, Claudio adisce le vie legali e riesce
immediatamente a far sospendere la distribuzione.
Nel febbraio del 1987, infine, viene pubblicato un altro libro, ancora da
Rusconi, dal titolo
Assolo. Non solo.
che contiene tra l'altro le fedeli partiture di quasi tutte le canzoni cantate nell'omonimo
concerto. Si tratta di un documento che testimonia la complessità e il lavoro di
studio che si celava dietro l'ambizioso progetto.
Dopo avere calcato le scene per più
di due anni consecutivi, e mentre già si parla, da più parti, di un nuovo lavoro
imminente, l'artista si consegna invece, ormai fedele a un cliché che sembra un
copione scritto e definito, a uno dei suoi più lunghi e sofferti periodi di
quasi assoluto silenzio.
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