Introduzione
Quando, parecchio tempo fa, Manlio mi chiese di realizzare una biografia
su Claudio Baglioni per il sito di Reginella, fui non solo lusingato della fiducia,
ma addirittura entusiasta di intraprendere un viaggio che mi avrebbe condotto
sulle tracce di un personaggio da me così tanto amato.
Tuttavia, quando mi trovai di fronte al lavoro da svolgere, davanti a una tale
quantità di dati, di notizie, di pareri, di giudizi, provai grande smarrimento
unitamente alla sensazione d'aver intrapreso un'opera particolarmente difficoltosa
e difficilmente realizzabile per le mie possibilità. Tuttavia, spinto più dalla
promessa fatta che da reale convinzione di capacità, principiai il lavoro travestendomi
da sarto, per riuscire a imbastire, ritagliare e ricucire tutto ciò che avevo
letto e conosciuto sull'oggetto del mio studio. Il risultato che ottenni da
questa sintesi di notizie, però, non mi soddisfaceva appieno: mi appariva troppo
scarno e quasi privo di significato vero. Era una galleria di notizie ampia
di forme, è vero, ma vuota di qualsiasi contenuto; quello stesso contenuto che,
invece, nelle canzoni di questo intramontabile cantore sembra essere così considerato
e che, anche se a volte viene camuffato da vezzo stilistico, acquista, sempre
e comunque, una connotazione di privilegio.
Mi perdonerete, allora, se a margine dei dati oggettivi compaiono, di tanto
in tanto, spunti personali, critiche soggettive. Del resto questo lavoro è eseguito
per Reginella, pertanto ritengo che esso debba offrire spunti di discussione
anche per la lista stessa. Ovvio che la mia non è l'interpretazione per antonomasia,
ma soltanto UNA interpretazione, assolutamente confutabile e fallace; i miei
pensieri altro non sono se non il frutto di quell'emozione che, in tutti questi
anni, Claudio Baglioni è riuscito a riservarmi. Per la verità, anzi, ho la presunzione
di sottintendere che quegli stessi momenti intensi, quegli attimi di eterno
in cui le note vengono giù dal paradiso e che ho sentito così intimamente miei
siano, in realtà, non soltanto e appunto miei propri, ma anche e allo stesso
modo di tutti coloro che, riempiendo gli stadi, i teatri e i palasport di tutta
Italia oppure anche e più semplicemente accendendo lo stereo e inserendovi uno
dei suoi dischi, hanno avuto il privilegio non indifferente di ascoltare, rapiti,
la sua inconfondibile voce.
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