biografia
a cura di Luca Tempini

Introduzione
 
Prologo
 
L'ambiente
 
Le prime note... di giorno
 
I tentativi
 
Cantante professionista
 
Le canzoni stonate...
 
L'influenza del cinema
 
Ragazzo nell'est
 
Quella sua maglietta fina
 
I giri di Camilla
 
La consacrazione definitiva
 
Il sabato del villaggio
 
Solo in compagnia di sé senza chiedere il permesso...
 
Un nuovo disco e un discografico nuovo
 
Canzoni e una piccola (grande) storia che continua...
 
Alé-oó
 
La canzone del secolo
 
La vita è adesso, il sogno, sempre
 
D'Assolo continuerò
 
Un trovatore perso un cantastorie muto
 
OLTRE
 
Appunti sparsi su quel che c'è
 
Sempre lo stesso, più grigio ma non domo
 
L'anima nuova di Claudio
 
Da me a te e dalla città allo stadio: un progetto lungo un sogno
 
Giri di "valzer" per un viaggiatore
 
Di nuovo "in viaggio" per sapere cosa c'è laggiù...
 
Sogno di una notte di note
 
Come per incanto
 
I concerti irregolari
 
L'uomo della storia accanto
 
Tutti in un abbraccio
 
'O scia'
 
Da cantautore a commendatore
 
Finale in... crescendo
 
Titoli di coda
 
Bibliografia e testi
 
Credimi, CREDITI
 

Il sabato del villaggio

Nei primi mesi del 1975, Baglioni allestisce un viaggio promozionale in alcune delle più famose città della Germania fra cui Monaco, Amburgo e Francoforte, dove partecipa ad alcune trasmissioni televisive e dove presenta, in alcuni spettacoli dal vivo, soprattutto il repertorio relativo all'ultimo album. Se l'esperienza aggiunge poco al bagaglio professionale dell'artista, ne arricchisce tuttavia il bagaglio culturale.

Al suo ritorno trova insediati, quali dominatori musicali del momento, il gruppo dei New Trolls, che con il loro ultimo lavoro Concerto grosso paiono riscuotere universali consensi. Anche Claudio rimane piuttosto affascinato dalle "arie" delicate e avvolgenti dei loro pezzi e decide di avvalersi, per il suo futuro e imminente long playing, del loro stesso arrangiatore: il maestro Luis Enriquez Bacalov.
Smanioso di proporre operazioni mai uguali alle precedenti, il cantautore ha ora in mente di realizzare una sintesi inedita fra le prime semplici produzioni (QPGA, GCTRAB) e l'ultima, un po' più articolata e aperta, come già detto, a innovazioni e virtuosismi di più ricercata complessità. Il prossimo disco dovrà trovare una collocazione di mezzo, anche nei temi, fra le progressive cronistorie dei primi due album citati e quelle invece, slegate e indipendenti, espresse dai microsolchi di E tu... .
Così, se per ciò che riguarda le melodie si lavorerà verso un atteggiamento meno ambizioso e poco improntato a quelle sperimentazioni elettroniche che avevano contraddistinto la musicalità precedente, per ciò che concerne i testi si cercherà di sviluppare non tanto un racconto concatenato, ma una tematica vera e propria che contraddistinguerà ogni canzone compresa nell'ellepì; pertanto i brani non risulteranno dipendenti fra loro ma piuttosto subordinati a una traccia preventivamente stabilita.
Da questo presupposto d'intenti vedrà la luce, nel luglio del 1975, il nuovo, inedito album Sabato pomeriggio.

La copertina, definita con la tecnica dell'acquerello, concede un primo piano assoluto a un enorme sole che tramonta, capace di regalare alla città sottostante e già tratteggiata dal buio del crepuscolo un cielo gonfio di sfumature colorate. Essa è, di fatto, l'anticipatrice preordinata del tema ivi trattato: quello dell'attesa pregna di aspettative che caratterizza la giornata anticipatrice della domenica.

Proprio in base all'apporto del nuovo arrangiatore, il lavoro che ne deriva appare sì di respiro meno internazionale e sperimentale del precedente, ma più curato nella sinfonia e improntato al ritorno della "classicità baglioniana". Tale "classicità" è sottolineata sia dal ritorno di situazioni e sensazioni sentimentali tipiche dei primi due album di grande successo, sia da un linguaggio distribuito in maniera semplice e colloquiale. La variante importante però, in questo senso, è qui rappresentata dal fatto che, per la prima volta, i protagonisti di quasi tutti i brani sono descritti in terza o in seconda persona.
Come più volte rimarcato, i brani del disco appaiono legati da una precisa identità tematica che è quella presa in prestito, per tanta parte, dalla poetica leopardiana teorizzante la prospettiva illusoria del Sabato del villaggio: anche qui infatti, i protagonisti delle varie vicende si crogiolano nell'attesa di veder finalmente trasposte nei fatti tutte le speranze accumulate nella settimana appena trascorsa. Tuttavia, dopo le aspettative del sabato, anche quel tanto atteso "dì di festa" sfumerà verso il tramonto spazzando via ogni speranza, ogni residuo d'illusione, ogni pretesa di miglioramento.
Sabato pomeriggio è un disco di disperata attesa di un nulla che pure vale la pena di aspettare: forse è proprio attraverso le speranze lungamente coltivate, anche se concretamente irrealizzabili, che l'esistenza umana trova infine un qualche tipo d'effimero conforto.
Così le nuove storie d'un Baglioni insolitamente spettatore (pure se emotivamente partecipe) enumerano, uno dopo l'altro, uomini destinati alla sconfitta e forse peggio, all'oblio: dall'anziana signora di Carillon, che s'aggrappa disperatamente ai ricordi, ammantandoli di colori ancora più vivaci di quanto la vita abbia in effetti riservato (anche questo tema fu particolarmente caro al Leopardi), alla ragazza del "primo appuntamento sotto la Lampada Osram in attesa di un presunto fidanzato che non si presenterà mai; da un faccendiere frustrato che non ha ancora compreso la sua propria natura e si sta facendo sfuggire di mano la vita (Alzati Giuseppe), al disincantato personaggio di Poster, tradito da un'epoca e da un ambiente nel quale non gli è più possibile ritrovarsi; dal musicista sofferente perché incapace d'offrire null'altro che musica (Doremifasol), al pur speranzoso prototipo di capofamiglia radiografato in 21X, comunque pago della sua quotidiana normalità.
Anche ne Il lago di Misurina, canzone liberamente tratta da una leggenda popolare delle Dolomiti e in cui riecheggiano, inconfondibili, le voci d'un coro alpino, appare ineluttabilmente scritta, già dall'inizio, la sorte tragica cui vanno incontro gl'immaginari protagonisti.
Sconfitta d'amore bruciante è invece quella vissuta dall'"io narrante" (unico insieme a quello di Doremifasol) della struggente canzone che dà il titolo a tutto il lavoro: testo dalle connotazioni baglioniane tipiche di questi primi anni, Sabato pomeriggio ricalca il classico tema della lamentazione seguita a un addio doloroso e unilaterale e rimanda, nella caratterizzazione del "passerotto", ad alcuni riferimenti della poesia lirica di catulliana memoria.
Nell'attesa di un papa migliore si articola invece l'originale Sisto V, composta in dialetto romanesco e ambientata nella Roma secentesca e "papalina". Per dichiarazione dello stesso Claudio, questo brano è una sorta di omaggio a un periodo della sua prima giovinezza in cui, membro della compagnia I Rugantini, accompagnava musicalmente le esibizioni cabarettistiche dei "colleghi" attori.

Proprio perché descrivono scene di vita quotidiana, i personaggi dell'album mal si adatterebbero a sviluppare quelle analisi di tipo socio-politico comuni a molte canzoni dei colleghi cantautori. Baglioni, all'uscita di questo lavoro, subirà critiche abbastanza marcate in questo senso. Tuttavia egli si pone quale fine osservatore della realtà del quotidiano e muove i suoi personaggi ammantandoli di un verismo autentico, adagiandoli in una realtà nella quale analisi di tipo esistenziale e politico sarebbero obiettivamente fuori luogo; anche se, parzialmente e in alcuni casi, essi sembrano in effetti disadattati e alieni alla realtà criticabile e negletta che stanno vivendo: basti pensare, ad esempio, all'uomo del metrò di Poster. Ma ciò che viene lì evidenziato pare essere più un male di vivere intimista che protestatario, e non lascia spazio a manifestazioni di rivendicazione.

Con un anticipo di un mese sulla pubblicazione del 33 giri, nel giugno del 1975 la RCA distribuisce il 45 giri Sabato pomeriggio / Poster.

E ancora una volta, come nelle precedenti uscite, la risposta del pubblico per vendite e riscontro è semplicemente straordinaria: anche quest'album sfiora l'evento discografico e, per dettagliarne numericamente il successo, basterà ricordare la sua permanenza, per ben quattordici settimane consecutive, in vetta alla hit parade dei 33 giri!

Come in occasione di E tu..., anche dopo l'edizione "nostrana" dell'ultimo long playing, la casa discografica decide di promuovere nuovamente l'immagine di Claudio sul mercato spagnolo e sudamericano. Ne derivano due prodotti, un 45 e un 33 giri. Entrambi intitolati Sábado por la tarde, l'uno riporta, come nel supporto italiano, la canzone Poster, mentre l'altro è una sorta di antologia di alcuni dei titoli più celebri della produzione baglioniana di questo periodo.