biografia
a cura di Luca Tempini

Introduzione
 
Prologo
 
L'ambiente
 
Le prime note... di giorno
 
I tentativi
 
Cantante professionista
 
Le canzoni stonate...
 
L'influenza del cinema
 
Ragazzo nell'est
 
Quella sua maglietta fina
 
I giri di Camilla
 
La consacrazione definitiva
 
Il sabato del villaggio
 
Solo in compagnia di sé senza chiedere il permesso...
 
Un nuovo disco e un discografico nuovo
 
Canzoni e una piccola (grande) storia che continua...
 
Alé-oó
 
La canzone del secolo
 
La vita è adesso, il sogno, sempre
 
D'Assolo continuerò
 
Un trovatore perso un cantastorie muto
 
OLTRE
 
Appunti sparsi su quel che c'è
 
Sempre lo stesso, più grigio ma non domo
 
L'anima nuova di Claudio
 
Da me a te e dalla città allo stadio: un progetto lungo un sogno
 
Giri di "valzer" per un viaggiatore
 
Di nuovo "in viaggio" per sapere cosa c'è laggiù...
 
Sogno di una notte di note
 
Come per incanto
 
I concerti irregolari
 
L'uomo della storia accanto
 
Tutti in un abbraccio
 
'O scia'
 
Da cantautore a commendatore
 
Finale in... crescendo
 
Titoli di coda
 
Bibliografia e testi
 
Credimi, CREDITI
 

Cantante professionista

La volontà di arrivare dell'aspirante musicista non si ferma, però, neppure dinanzi al secondo rifiuto. All'inizio del 1969 si ripropone alla RCA, risoluto a farsi riascoltare dai vertici dirigenziali: sulle prime è costretto a un'anticamera lunghissima: è infatti obbligato a trascorrere varie giornate in attesa di una chiamata, al bar della casa discografica. Quest'ozio forzato gli consente però, da una parte, di venire a contatto con i "big" della canzone di quegli anni, arrivando persino a conoscerne alcuni: lui stesso ama ricordare l'intuizione di Dalla che, da artista già affermato, prova grande ammirazione per le capacità vocali e per le composizioni del giovane e introverso ragazzo, vestito di scuro e abitudinario fisso e tristissimo di quelle stanze. Ad ogni modo la sua lunga costanza finisce con l'essere premiata: l'azienda si risolve a fargli sottoscrivere, il 26 ottobre, un vero contratto professionale di cinque anni. Da sottolineare che sarà il padre a dovergli fare da tutore, a causa della sua ancora minorità.
Claudio deve ora sottoporsi a quanto è connesso con il mondo artistico, non escluse le modifiche al "look" e le imposizioni contrattuali. Gli viene assegnato un "press agent", una sorta di addetto all'immagine, affinché venga curato sotto questo aspetto: gli tocca Donatella Raffai, volto più tardi reso celeberrimo dalla trasmissione di discreto successo Chi l'ha visto.
Così, levati gli occhiali scuri, trasformato nell'abbigliamento e tinto di biondo, pare essere un'altra persona; tuttavia ha ottenuto quanto sempre desiderato e ora possiede, finalmente, spazio, tempo e possibilità per dedicarsi anima e corpo alla realizzazione del suo sogno di sempre.

Vengono dunque realizzate una serie di composizioni di vario genere, fra cui spiccano la versione ormai definitiva di Notte di Natale e un altro brano destinato a un successo postumo: Signora Lia. Tuttavia la casa discografica non appare molto favorevole, almeno all'inizio, a incentivare la sua abilità di autore: preferisce piuttosto assecondare la sua inusitata capacità vocale di cantante. Si spiegano in questo senso le prime commissioni al giovane neodipendente e i suoi passi iniziali nel mondo musicale: traduzioni in italiano da testi in inglese e francese (da una traduzione di Brassens nasce, ad esempio, la canzone Marinetta), prove su brani di autori vari e destinati al mercato con interpreti diversi, e altre realizzazioni fra cui la scrittura di una colonna sonora per un documentario sulla droga, peraltro accantonata dalla RAI.
Esistono, di questi lavori, numerose incisioni che circolano nel mondo del collezionismo e che sono anche state sfruttate commercialmente dalla RCA in tempi successivi per approfittare dei vari momenti di popolarità del cantautore. Emblematico il recente caso della "raccolta" titolata Diario Baglioni e contenente una ridda di interpretazioni "primitive", presumibilmente destinate al mercato estero.

Fra tutti questi lavori è d'uopo soffermarsi sulla realizzazione del primo 45 giri di Claudio Baglioni: Una favola blu - Signora Lia. Se la seconda traccia è di produzione tipicamente baglioniana, la prima riporta invece autori diversi, rispondenti ai nomi di Morina-D'Ercole-Melfa. È proprio con quest'ultimo brano che viene inviato a Un disco per l'estate, con cui non accede, tuttavia, alla semifinale. Con il primo invece, pur non riscontrando il gradimento dei giudici, riceve un riconoscimento dalla critica presente a un'altra rassegna: il Festivalbar dei giovani.
A proposito di questa canzone, è da ricordare un divertente aneddoto, spesso ricordato dallo stesso Baglioni: nelle intenzioni dell’autore, infatti, il titolo del pezzo avrebbe dovuto essere Signora Lai. Tuttavia, il giorno dell’audizione alla RCA, Claudio si vide assegnare un fonico sul cui camice bianco spiccava un cartellino con il nome Lai. Non volendo alienarsi le simpatie del tecnico, il cantautore mutò repentinamente il nome del brano cambiandolo nel definitivo Signora Lia.

Il 45 giri in questione era stato prodotto da un pianista diplomato conosciuto nel maggio del '70: quell'Antonio Coggio che tanta parte avrebbe avuto in tutta la produzione degli anni immediatamente seguenti.
Certamente il disco non realizza un successo apprezzabile, tuttavia riesce a "muoversi" nella giungla della musica leggera, cosa che sprona l'autore e i suoi collaboratori a procedere verso la promozione di un nuovo 45, edito l'8 settembre 1970, che reca sui due lati Notte di Natale - Isolina, quest'ultima appena composta. Quasi contemporaneamente, per l'esattezza 10 giorni dopo, viene inciso, forse un po' frettolosamente, il primo 33 giri, compilato grazie a tutta la produzione passata e recente, del novello cantautore.
Intitolato semplicemente Claudio Baglioni, il disco denota una composizione alquanto bizzarra, poiché assembla canzoni di nessuna pretesa e spiritose quali Mia cara Esmeralda o Quando tu mi baci ad altre piuttosto tristi e intimiste quali Notte di Natale o la drammatica Lacrime di marzo; vi sono poi addirittura rivendicazioni classicheggianti sottolineate dai passaggi della già ricordata Interludio o da quelli de Il sole e la luna. Vi sono esperimenti di vario tipo anche nelle sonorità: da quelle carpite alla "scuola francese" dei suoi primi ascolti musicali (Brassens, Brel), a quelle che accennano alla "soul music": insomma un "collage" che, sia nei testi sia nella parte musicale, pare essere tutt'altro che omogeneo nello stile, e rivela abbastanza palesemente la diversa collocazione temporale dei pezzi. Il risultato è quello di un ellepì che non ha una vera e propria identità omogenea ma che anzi appare piuttosto confuso negli intenti, rivelandosi comunque, a lungo andare, una "palestra" d'esercizio utilissima grazie anche e soprattutto alla molteplicità delle varie sfere musicali trattate.

È utile sottolineare che gli arrangiamenti di questo primo 33 giri sono curati da Ruggero Cini.