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dell' 11/06/98

L'Espresso
SPOT / LA SORPRESA
Da Porzûs a Del Piero
C'è un regista-choc dietro le immagini della nazionale azzurra. E l'inno di Baglioni

di Pierluigi Ficoneri

Stadio Olimpico, effetto notte. Il catino è algido e surreale come una cattedrale prima di una cerimonia. D'un tratto, una cascata di luce investe il pianoforte candido di Claudio Baglioni al centro di un prato verde. E mentre si diffondono le note del nuovo inno della Nazionale italiana, "Da me a te", scritto e interpretato dal cantautore più in voga del momento, la cattedrale si deforma, si gonfia fino ad assumere le sembianze del suo oggetto di culto: il pallone.

È il momento clou di un videoclip che rischia di diventare l' autentico tormentone di questa estate calcistica. Uno spettacolo di appena sei minuti (più alcuni minispot che la Rai trasmetterà a ogni sortita della nazionale al Mondiale francese) commissionato dalla Federcalcio alla Milano cinematografica per onorare i cento anni della squadra azzurra, ma costato agli sponsor della nazionale un bel po' di milioni: 400 alla Ip e una cinquantina alla Sony. La storia, ideata da Guido Tognetti, direttore artistico del cantante romano, è niente più di un canovaccio che racconta la passione per il calcio vissuta da un uomo comune nell'arco di una generazione. Una emozione a più facce, tradotta in immagini dal regista Renzo Martinelli. Che, pur essendo l'autore di "Porzûs", film choc sulla Resistenza, non è nuovo a incursioni cinematografiche nel mondo dello sport. È stato lui, ad esempio, a realizzare un film sui "Winners", gli olimpionici di Seul, che ha raccolto premi in parecchie rassegne del film sportivo: da Torino a Budapest.

Ecco come racconta questa nuova avventura dietro la macchina da presa durata tre settimane. .Si trattava di comporre un mosaico., spiega Martinelli, .fra tre blocchi d'immagini che seguono un unico filo conduttore: l'amore per il calcio. Il primo gruppo ricostruisce la storia della nazionale dagli anni Venti ai giorni nostri privilegiando, però, i momenti emotivi dei campionati del mondo, quelli rimasti negli occhi e nel cuore degli sportivi.. Ecco infatti scaturire dal pallone, divenuto trasparente come una sfera di cristallo, l'urlo di Tardelli ai mondiali dell'82, ecco la disperazione di Baggio dopo il rigore fallito nella finale americana e la gioia di Rivera nella mitica sfida con la Germania a Città del Messico.

.Il secondo blocco invece racchiude flash di normale vita italiana, sempre legata al calcio, in periodi differenti.. C'è un padre che regala al figlio un pallone fatto di stracci, perché era con quello che i ragazzini giocavano negli anni Venti. Il pretino che sbuca da una Balilla e annuncia la vittoria della squadra azzurra nella competizione del '34. E ancora il flash su un accanito scapoli-ammogliati dei primi anni Sessanta.

Ma il lavoro che ha maggiormente impegnato Martinelli è stato lo spot vero e proprio: Baglioni e il suo pianoforte ripresi in notturna da un elicottero che volteggiava a bassa quota sullo stadio Olimpico. .Le riprese erano fissate per le undici., ricorda il regista. .Ma quella sera, alle dieci, ancora pioveva. Poi, d'improvviso, il cielo si è rasserenato e sono salito di corsa sull'elicottero mentre Baglioni prendeva posto al centro del prato. Grandangolare, fish eye, lente anamorfica per deformare le immagini, sei ore filate di immagini. Abbiamo finito all'alba. Un quarto d'ora dopo ha ricominciato a piovere: una fortuna sfacciata..

Articolo segnalato da Caterina.