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del 04/09/00
Il Giornale di Vicenza
«La mia carriera è iniziata a Marostica»
Confessione di Baglioni dal palco: «Ho cominciato 30 anni fa in questa piazza»
di Beppe Montresor
L'affollato e applauditissimo concerto del cantautore ha riservato una piccola sorpresa autobiografica. Un ininterrotto abbraccio del pubblico entusiasta.
Anche le eleganti signore della prima fila a un certo punto perdono il self control e sventolano i cuoricini per il loro Claudio.
Marostica . Lieve. Come una sera di fine estate. Come una notte trapuntata di stelle.
Come una storia gentile raccontata al chiaro di luna. Un concerto sfilato, a mezza voce, quasi da camera, per strumenti acustici e voce sola, alla ricerca di quell' essenzialità e purezza che possono nascere solo dal cuore, da sentimenti semplici e sinceri. Un mondo di emozioni strette in un pugno, su cui scivola a sorpresa una splendida citazione shakespeariana: " Perfino quando la scelta è concorde, la guerra, la morte, la malattia assediano l'amore, lo rendono momentaneo come un suono, furtivo come un'ombra, fuggente come un sogno".
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L'Arena di Verona 04-09-2000 Promette brividi al pubblico veronese la rilettura di trent'anni di carriera da parte dell'autore di «Questo piccolo grande amore» E stasera si sogna con Baglioni Tutto esaurito al Teatro Romano per il ritorno del cantautore È tutto esaurito il Teatro Romano, com'era prevedibile, per il concerto che Claudio Baglioni terrà stasera nell'ambito del tour «Sogno di una notte di note». A quasi trent'anni dalla sua timida apparizione nel mondo della musica leggera italiana, erano i tempi di « Questo piccolo grande amore», il cantautore romano sembra non perdere assolutamente colpi a livello di gradimento pubblico: nei palasport o nei luoghi d'arte, quelli che hanno costituito un tratto distintivo della tournée in corso (partita lo scorso 13 agosto addirittura da Pompei, si concluderà il 17 settembre, a meno di ulteriori code fuori programma, al Teatro Mediterraneo di Foggia), Claudio continua a fare il pieno; pochi, come lui, possono arrogarsi a pieno titolo la nomea di «nazional-popolare», e non è detto che la si debba forzatamente considerare in termini negativi. Ci piace sottolineare, questa volta, che Baglioni ha dimostrato di essere una persona che tiene fede a quel che promette, e che quando annuncia pubblicamente un progetto, non lo fa tanto per parlare.
Lo aveva detto, in un simpatico incontro aperto al pubblico veronese, nel marzo scorso, all'indomani del primo dei suoi due concerti al palasport, anche in quel caso esauritissimi. «Ho anche voglia di suonare in luoghi più piccoli e raccolti, nei palasport si fa una gran fatica a raggiungere le sonorità desiderate, e c'è' il rischio di cristallizzarsi su spettacoli un po' robotizzati; ho voglia di concentrarmi più sulla musica e meno sugli elementi teatrali e visivi». Queste le parole testuali, che avevamo particolarmente apprezzato, proprio perché gli ultimi, recenti show di Claudio parevano quasi mortificare le canzoni - più o meno belle che fossero - sotto una marea di effetti speciali, ballerine, personaggi virtuali (il narratore Claud, cibernetico alter ego del «nostro»), più una serie di connotazioni, piuttosto forzate per la verità, di stampo analitico-metafisico. Come se la musica, insomma, assolutamente non bastasse più. Con «Sogno di una notte di note», finalmente, Baglioni ha promesso di far piazza pulita di tutto l'apparato da grandeur «napoleonica»; dopo «Il viaggio» (questo il titolo scelto per la precedente tournée, grandiosa in ogni senso: per numero di date, numero di spettatori, durata di ogni concerto, persone coinvolte nel suo allestimento), Claudio ha optato per «un contatto più diretto, più immediato e ravvicinato? una storia più semplice, più leggera». Sarà, ancora una volta, una rilettura di trent'anni di carriera. Ma Baglioni recupererà anche brani raramente eseguiti dal vivo, alternandoli ai suoi più celebrati successi, interpretati però, in molti casi, in versione riveduta e corretta, per evitare, come ha detto egli stesso, il fastidioso «effetto karaoke» del pubblico che fa da ininterrotto coro. Anche la scenografia sarà ridotta al massimo, con normali pedane in legno. La regia è dello stesso Baglioni e di Pepi Morgia, una garanzia. Con Claudio, ci sarà un gruppo collaudato di musicisti di primo piano sulla scena nazionale, a cominciare dal pianista Danilo Rea che lo accompagnerà nei medley acustici sui suoi brani più famosi; quindi Giovanni Boscariol alle tastiere, Paolo Costa a basso e contrabbasso, Paolo Gianolio alle chitarre, acustiche e semiacustiche, Gavin Harrison alla batteria, Elio Rivagli alla batteria e alle percussioni.
Articolo segnalato da Ernesto.