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del 04/09/00
Eco di Bergamo
Il tour estivo e «monumentale» passa da Bergamo anche con canzoni mai proposte dal vivo
Baglioni sottovoce al Lazzaretto
Avrà una venatura intimista il concerto di stasera del cantautore
di Ugo Bacci
Ecco Baglioni alle prese con il suo nuovo tour «monumentale» che fa tappa al Lazzaretto di Bergamo questra sera (inizio ore 21; biglietti disponibili). Dopo il «Viaggio» primaverile nei palasport, il cantautore romano ha deciso di affrontare una tournée acustica di ventiquattro date, destinata a essere ospitata in anfiteatri, teatri d'arte e spazi di rilevanza archelogica o architettonica.
«Sogno di una notte di note», questo il titolo del tour e del concerto, ha debuttato il 13 agosto scorso a Pompei e ha subito incontrato il favore del pubblico. La regia dello spettacolo è curata dallo stesso Baglioni e da Pepi Morgia, musicalmente la scelta è precisa: dare una veste acustica e dunque confidenziale ai più grandi successi, ma anche a brani mai eseguiti prima dal vivo. C'è dunque anche qualcosa di inedito.
«Dopo il viaggio nel tempo, nel quale il tema dominante era la solitudine di un uomo equidistante tra passato e futuro - spiega il cantautore -, sentivo il bisogno di un contatto più diretto, più ravvicinato, e di una storia semplice, più leggera. Così ho pensato a quei luoghi nati per ospitare l'arte, divenuti essi stessi arte. L'ideale per rappresentare questo piccolo sogno, questo racconto a mezza voce. Senza alchimie tecnologiche, senza giochi elettronici, senza effetti speciali. Lasciando, almeno per una volta, che l'effetto speciale sia quello che parole e musica creano dentro di noi.
Volevo che "Sogno di una notte di note" somigliasse il più possibile a un incontro ravvicinato, a uno di quei dialoghi nei quali si possono usare tutti i toni e le modulazioni di una conversazione a due. Ci sono cose che non si possono urlare, devono essere dette, e altre che devono essere confidate a bassa voce».
E per agevolare la magia di questo dialogo Baglioni ha voluto una scenografia essenziale e rigorosa, disegnata da pedane in legno naturale, ideata per integrarsi al meglio e costruire un naturale compendio al fascino degli spazi che ospitano lo spettacolo. «È una sorta di concerto con musica pop da camera -precisa Baglioni-, nel pieno rispetto dei luoghi». Quanto al repertorio, concede grande spazio all'esplorazione del passato, delle canzoni storiche, ma anche di brani dimenticati e polverosi.
«C'è una rotazione del repertorio con il recupero di pezzi che non facevo da quindici anni come "La piana dei cavalli bradi", ma anche di brani che fanno parte dei miei primi dischi e non più ascoltati dal 1967 e dal 1968». Senza per questo dimenticare le canzoni dell'ultimo album in studio, «Viaggiatore sulla coda del tempo», che avevano dato anima e corpo alla precedente tournée: 400mila spettatori in 47 date.
Le differenze tra i due «viaggi» le spiega lo stesso Baglioni: «Il "viaggio" era una favola. Una sorta di cammino attraverso il tempo. Il tema dominante era la solitudine di un uomo conteso tra il richiamo di un passato che non ritorna e l'incertezza di un futuro che rappresenta un'incognita con la quale è difficile confrontarsi. Un tema dunque impegnativo, tutt'altro che facile da proporre in musica pop. A un certo punto però ho cominciato a sentire il bisogno di una storia più immediata, fatta di immagini fresche,ingovernabili e imprevedibili come sono le immagini dei sogni».
Immagini da «Sogno di una notte di note» che Baglioni disegna in compagnia della solita rodata superband, con Giovanni Boscariol alle tastiere, Paolo Costa al basso, Paolo Gianolio alle chitarre, Gavin Harrison alla batteria, Danilo Rea al piano, Elio Rivagli alle percussioni. Buon ascolto!
Articolo segnalato da Ernesto.