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del 23/08/00

Il Messaggero
Sogno di una notte di note a Ferento

Magico Baglioni
Un concerto indimenticabile per 1400

di GIANNI TASSI

Baglioni incanta. Baglioni illumina. Magico Baglioni. E la malinconia delle sue canzoni prende corpo nel suggestivo scenario del teatro romano di Ferento. Dalle sue mani, al pianoforte e alla chitarra, escono suoni a volte struggenti e a volte provocanti che la voce, forte e sempre più matura, trasforma in grida mitologiche a cui fanno da cornice mille braccia alzate in segno di giubilo e di irrefrenabile felicità. Godono gli oltre 1400 spettatori, quasi tutti cultori del mito-Baglioni, nell'ascoltare e nell' accompagnare con la voce (qualcuno anche con le lacrime) il fiume di canzoni che per molti diventano ricordi di gioventù. Nessuno si vergogna nell'unirsi al coro.
Nell'anfiteatro le note nascono e si diffondono in modo perfetto. E si scopre con piacere che gli antichi romani erano maestri anche nell'acustica.
Gradinate e parterre sono affollati all'inverosimile. La gente è arrivata da Viterbo, dalla provincia ma in molti anche da Roma, da Civitavecchia e dall' Umbria. Il concerto prende il via alle 21.25 e dura, con un piccolo intervallo di 10 minuti, ben oltre le tre ore. C'è gente che è arrivata ai cancelli alle 17 intenzionata ad accaparrarsi le migliori posizioni. Una coda lunga e snervante, non priva di polemiche. L'unico neo della serata, infatti, è proprio il servizio d'ordine certamente non all'altezza di un evento così delicato e importante.
Claudio Baglioni rispetta la scaletta ormai collaudata nelle precedenti uscite del suo tour musical-culturale. Sotto il cielo stellato di Ferento esordisce con Notte di note. Poi propone Naso di falco e subito riscalda l' ambiente regalando l'intramontabile Poster. E i suoi fans senza età iniziano a seguirlo. Intramezza il canto con passaggi qualche volta troppo filosofici. Meglio la musica, e ne regala tantissima. Vecchia e nuova. E diverte quando ricorda la sua parentela con i conti Baglioni di Sipicciano i quali, nel lontano 1600, se ne andarono da quella terra lasiandosi dietro una montagna di debiti. E rivolgendosi ad alcuni assessori presenti a Ferento si raccomanda: «Spero che non siate venuti qui per riscuotere quegli antichi debiti».
Intanto s'alza un'inebriante brezza notturna e cresce anche l'emozione. Nel suo escursus quasi biografico l'amato Claudio (le donne, giovani e meno giovani, se lo mangiano con gli occhi) regala brani storici ma anche qualche pezzo meno conosciuto al grande pubblico. Inutile scrivere i titoli, ci stanno tutti. Il finale è un'apoteosi con il cantautore che, accortosi del successo ottenuto, dà il meglio di sè e non si risparmia. Il suo gruppo (Danilo Rea, Gavin Harrison, Elio Rivagli, Giovanni Boscariol, Paolo Costa e Paolo Gianolio) non è da meno. Anche la loro prestazione è di quelle che vanno ricordate.
Baglioni è stanco, vuole chiudere. Ma non gli è consentito e più d'una volta torna a cantare. Tutti non vorrebbero svegliarsi da questo Sogno di una notte di note.


Articolo segnalato da Sergio&Rita.