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del 01/05/00

Il Giornale di Sicilia
Quel viaggio sulle note del tempo Futuro e sogni: Baglioni si racconta
Dal 5 maggio sbarca nell'Isola il nuovo tour del cantautore con due tappe: Acireale e Palermo. Prima dei concerti i dibattiti con i fans Per la Sicilia confronto sul tema dell'emigrazione e della separazione

di Maria Elena Vittorietti

PALERMO. '...Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi versi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito'. Una pagina sul significato del viaggio scritta dal Nobel Josè Saramago, una pagina che Claudio Baglioni deve aver tenuto presente quando ha spedito il suo 'Viaggiatore sulla coda del tempo' in giro per l'Italia. E da venerdì il vascello del tour blu approderà in Sicilia. Una sosta lunga: dal 5 al 7 al Palasport di Acireale e da mercoledì 10 a venerdì 12 al Palasport di Palermo. Sei concerti in cammino su un unico binario: il tempo. 'È un viaggio simbolo - spiega Baglioni - un viaggio durante il quale la carovana si ferma nelle "stazioni di posta" il tempo necessario a incontrare altri viaggiatori, scambiare racconti, esperienze e impressioni di viaggio. Sono proprio questi incontri la linfa vitale che anima il progetto, perchè se è vero che certi viaggi si fanno quasi sempre da soli e certe esperienze non sono trasferibili, è altrettanto vero che il calore delle storie consola e aiuta a superare difficoltà, paura e solitudine'. Ad un terzo del tour, qual è il bilancio? 'È sicuramente positivo. Abbiamo incontrato quasi duecentomila persone. Come spettacolo è più semplice dei precedenti, la gente segue benissimo il racconto, presente e futuro si mescolano e si fondono con flashback del passato. Fisicamente come concerto è scurissimo, ma non me la posso prendere con nessuno perché il palco l'ho disegnato io'. Prima il tour rosso, poi quello giallo, adesso il blu. La via dei colori è completa? 'Quando ho cantato questa canzone, avevo in mente di realizzare dei tour legati ai colori: il giallo carico di energia, il rosso teatrale come la commedia del presente, il blu legato al cinema, al mondo dell'immagine. Quest'ultimo però lo intuivo non avevo idee precise, oggi che c'è sono molto soddisfatto'. Visto che si parla di colori, lei quando pensa a Palermo che tinte le attribuisce? 'Diverse. Giallo, arancio, grigio ferro. Il giallo e l'arancio perchè mi ricordano gli agrumi, il succo vitale e sanguigno che sprigiona questa città, grigio ferro o carbone come terra antica, forte, robusta'. In alcune città prima dei concerti, lei realizza con degli ospiti locali degli incontri su dei temi già stabiliti. A Palermo si dibatterà sul viaggio come separazione, sulle assenze, sulle distanze. 'Quando abbiamo scelto i temi abbiamo cercato, è ovvio, di legarli ai vari luoghi. Per la Sicilia abbiamo scelto questo tema per la sua lunga storia di emigrazione. Un popolo che conosce bene le distanze e il dramma della separazione, la profondità del percorso interiore. Comunque, vorrei precisare che nonstante l'intensità dei temi, gli incontri finora fatti sono stati tutti di grande leggerezza e mi hanno insegnato parecchie cose. Non si finisce mai di imparare'. Tutto l'amore che la circonda, il grande affetto dei suoi fans, tutto questo le piace, a volte l'atterrisce oppure la disturba? 'No, disturbarmi mai. Piuttosto mi dà enormi responsabilità. Io vorrei non deludere mai la gente che mi segue. Vorrei che si capisse che non c'è tempo per tutti e per tutto. Ci sono giorni in cui vorrei finire il concerto e spalmarmi sul letto e, invece, resto a firmare autografi, a fare fotografie, a salutare. Però c'è sempre qualcuno che non ci riesce e alla fine da idolo divento stronzo. Io capisco vorrei che capissero anche loro e comunque ringrazio tutti per l'affetto'. Ma cos'è la normalità per Baglioni? 'Normalità? Beh non che ce ne sia molta nella mia vita, ma quella che riesco a strappare la tengo ben custodita in un solco per avere un rapporto sufficientemente corretto con chi mi circonda'. Ha detto: 'L'augurio è quello di avere un cuore capace ancora di vibrare per il desiderio di inseguire un sogno. E chissà che non ci riesca davvero di mettere le briglie a questo tempo che non ha perso il potere di spaventarci'. 'Il mio desiderio più grande è di non diventare vecchio, ma non nel senso del tempo che passa. Non restare tagliato fuori, non allontarmi dalla realtà talmente tanto da non rientrarvi più. È fondamentale stare sempre al centro della propria vita. Poi per quanto riguarda il tempo che coinvolge il fisico, mi piace molto l'idea degli anni che si versano addosso. E se uno tenta quache correzione per sentirsi meglio ben venga, ma senza esagerare'. Ha sempre grande fiducia nel futuro? 'Sempre. Ogni cosa che faccio è un viaggio verso il futuro: il futuro è la nostra grande scommessa'.

Articolo segnalato da Caterina.