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del 27/04/00

Il Mattino di Napoli
LA TRE GIORNI CASERTANA
Le canzoni
Tutto il nuovo disco, pochi vecchi successi.
E «Questo piccolo grande amore» si ammanta di rock
Lo show
Un narratore virtuale, le proiezioni laser e un palco a forma di stella polare.
Oggi talk-show alla Reggia

di FEDERICO VACALEBRE

Caserta. L'alter ego di Claudio in questo tour non si chiama Cucaio, ma Cloud, un clone virtuale, ma anche un gioco di parole: Cloud in inglese vuol dire nuvola, McCloud è il nome del protagonista di «Highlander». Il gioco del doppio permette a Baglioni di rinunciare ad alcuni capisaldi della sua produzione più nazionalpopolare: le esclusioni di «E tu», «Notte di note», «Poster» o «Sabato pomeriggio» non piacciono ai settemila del Palapamaggiò, ma Claudio può difendersi, dire che è tutta colpa di Cloud, mentre lui tenta di addolcire la pillola col suo circo canoro: tre ore, oltre trenta canzoni, un palco centrale a forma di stella polare o di croce se preferite, una band rodatissima e di prima scelta (Paolo Gianolio alla chitarra, Paolo Costa al basso, Giovanni Boscariol alle tastiere, Danilo Rea al piano, Gavin Harrison ed Elio Rivagli alle batterie e le percussioni), il sistema di laserproiezioni che trasforma il palasport in un megaschermo, la regia di Pepi Morgia, i coristi e i performer della Compagnia dei Colori (occhio alle ballerine: Luca Tommassini non rinuncia all'idea di svestirle, così a una succede di perdere l'unico bottone della camicetta, a un'altra lo strettissimo pantaloncino).
Claudio-Cloud tenta di mettere in piedi un racconto che non sia troppo autocelebrativo, un'impresa disperata tra settemila fans che non chiedono altro che celebrare appunto il divo Baglioni e, con lui, la propria voglia di tenerezza.
La vecchia macchina da scrivere Olivetti è in scena come pretesto di una narrazione incerta per forza di cose, prigioniera della voglia del cantautore di evolversi e del bisogno del suo pubblico di sentirlo quello di sempre, quello della maglietta fina, del passerotto non andare via, dei mille giorni di me e di te.
Claudio-Cloud allora fa un passo in una direzione e uno nell'altra: prima va dove lo porta il cuore, il bisogno di trovare nuovi stimoli e gratificazioni, poi dove vuole la platea, senza però cadere nella routine. Il «Viaggiatore sulla coda del tempo» mostra così un'incredibile capacità di restare in sintonia con i gusti del pubblico italiano, nonostante il suo ostinato bisogno di complicarsi la vita con dischi e spettacoli più complessi ed elaborati di quanto i suoi stessi fans gli chiedano.
Può darsi che sia proprio questo il segreto del suo successo, questo muoversi tra melodie da falò sulla spiaggia e arrangiamenti più intriganti, cori da karaoke affidati ad animatori da villaggio turistico e versi che tentano di farsi diversi, inseguendo non più la rima ma il gioco di parole, il suono onomatopeico, il flusso di coscienza.
Le canzoni del disco nuovo ci sono praticamente tutte, europop a tratti presuntuoso nella sua magniloquenza, ma mai indisponente per la sincerità con cui si espone al giudizio del pubblico al quale, in fondo, concede ben pochi zuccherini: «Uomini persi», «Ninna nanna», «Avrai», «Gagarin», «E adesso la pubblicità», «Quante volte», «Questo piccolo grande amore» (stravolta in chiave rock, però), «Strada facendo» e «La vita è adesso». «A una certa età un artista ha il diritto-dovere di scegliersi il proprio pubblico. O meglio, avverte la necessità d'individuare una strada da seguire per rendersi riconoscibile a chi viaggia ancora in sintonia con le sue canzoni», spiega Claudio-Cloud.
In sintonia con lui, nel Palamaggiò, ci sono quattro-cinque generazioni, di diversa estrazione politica, di diverso grado culturale. Mamme e figlie se lo mangiano con gli occhi, si chiedono come faccia ad essere così affascinante nonostante il tempo che passa. Ritocchi o no, la vita è adesso, e poi stasera e domani, altre due repliche di questo tour blu (Baglioni ha l'abitudine di dare un colore a tutti i suoi show) dedicato al tema del viaggio e al piacere del racconto: come testimonierà l'incontro di oggi pomeriggio nel teatro di corte della Reggia di Caserta, con Claudio-Cloud negli inediti panni di moderatore tra lo storico dell'arte Massimo Bignardi, il compositore-improvvisatore Cesare Picco, l'olimpionico di canottaggio Davide Tizzano. Dal tour blu al Grand Tour, scherzi che solo Claudio-Cloud può permettersi.


Articolo segnalato da Ernesto.