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del 23/04/00
Il Mattino di Napoli
Non solo canzoni: il turista Claudio visiterà i siti storici casertani per un tuffo
nel passato
di ANTONELLA LAUDISI
C' era una volta il viaggio. C'era una volta il Grand Tour, «momento» privilegiato dell'anima e della mente. C'erano i viaggiatori-cronisti di un'epoca che appena s'affacciava alla modernità.
C'è oggi un «viaggiatore sulla coda del tempo»: e tanto basta per scoprire le carte, per far capire chi è, ora, il nostro viaggiatore. Perché ormai l'evento è segnato: in questa settimana (26, 27 e 28 aprile) Claudio Baglioni sarà a Caserta per «il viaggio tour 2000». Appuntamenti attesi che si terranno al Palamaggiò di Castelmorrone, ma che non si esauriscono lo spazio di un concerto. Baglioni torna a Caserta. Torna nei luoghi della memoria dei grandi viaggiatori. E nella Reggia (forse dopo aver visitato la scuola marescialli dell'Aeronautica) terrà uno di quegli incontri che ama definire «conversazione intorno al fuoco». Il teatro di Corte - messo a disposizione per l'occasione dalla Sovrintendenza - sarà il punto di partenza e d'arrivo per un confronto a più voci con un pubblico di giovani (scelti tra studenti di alcuni istituti superiori locali e della scuola militare Nunziatella di Napoli) e un nucleo di amici.
Tema, nemmeno a dirlo, il viaggio. Spiega Enzo Zuccaro della Sovrintendenza ai Beni culturali di Caserta che, fondamentale, nell'organizzazione dell'iniziativa è stato il rapporto con Pepi Morgia, che nello staff di Baglioni chiamano «il principe delle luci». Č bastato poco per convincere il «vecchio» Claudio a concedere a Caserta di più di un concerto; un «da te a me» che vuol essere autentico confronto con una piccola parte di pubblico, al di là delle note, al di là delle parole. Una conferma della maturità di un personaggio che, ahinoi!, ha l'età per cominciare a «dare lezioni», lezioni di vita.
E non significa noia.
Capire il Claudio Baglioni di oggi, viaggiare nel suo intimo, è facile. C'è il mezzo di sempre: la sua musica. Ci sono gli altri strumenti del viaggio: quelli virtuali. Un sito Internet che offre a tutti la possibilità di guardare dentro il «mito»; di capire perché il viaggio è così importante per uno che può dirsi «arrivato» già da un pezzo, dai tempi di «Piccolo grande amore», dai tempi di «Camilla», la due cavalli allora unico mezzo per... viaggiare.
Tra le pagine virtuali dell'anima di Baglioni c'è il senso stesso «dell'andare»: «In fondo, la storia dell'uomo è viaggio. Viaggio attraverso questo affascinante e insondabile cunicolo che è il tempo, di cui non sappiamo quasi niente e del quale, da sempre, cerchiamo la chiave che ci consenta di decifrarne il senso».
Si parlerà anche di questo nella conversazione intorno al fuoco. La curiosità dei giovani invitati, poi, farà il resto. Le provocazioni non mancheranno: «Con Baglioni - spiega Zuccaro - ci saranno alcuni scrittori di successo e, sicuramente, lo storico dell'arte Massimo Bignardi».
Ma perché, poi, un cantante debba smettere di fare quello che sa fare meglio e mettersi a parlare, questo è un mistero. Bello, però, che un mito decida di scendere dal palco e essere tra la gente.
Magari vestire i panni del viaggiatore che per la prima volta si trova di fronte a certi spettacoli, come è quello offerto dal Palazzo reale. «Certo - conferma ancora l'architetto della Sovrintendenza - già in altre occasioni Claudio Baglioni ha dimostrato di essere affascinato dall'opera vanvitelliana e dalla storia stessa che si respira in questi luoghi». E se Hackert raccontava la vita di qui con i suoi tratti, da Baglioni ci si può anche aspettare una inedita composizione. Chissà. Ma se la musica è viaggio, ancora di più lo è una tournée. «Č questa la dimensione ideale per la parabola del viaggiatore che - a parte alcune istantanee che sono ormai parte di noi - si snoda soprattutto attraverso le canzoni degli ultimi tre album.
"Viaggiatore sulla coda del tempo" infatti, non è altro che il capitolo finale di una trilogia ideale che lega "Oltre" e "Io sono qui" a quest'ultimo album che guarda avanti, cercando di capire chi siamo davvero e cosa di noi porteremo in quel grande punto interrogativo che chiamiamo futuro», è scritto sulle pagine web del sito ufficiale.
Da come Claudio intende il viaggio, si capisce anche l'interesse per l'opera casertana che lo porterà a trattenersi qui non solo il tempo dei concerti, ma come un turista che non vuole «lasciarsi anestetizzare dall'ovvietà bugiarda del presente».
Ecco spiegato il tuffo nel passato: Reggia e non solo. Dalla Sovrintendenza fanno sapere che il cantante visiterà anche San Leucio e altri siti storici casertani per «spiare il dietro le quinte» della storia. Poi tutto troverà compimento nel contatto con l'immenso pubblico che non è solo di giovanissimi, ma che contempla una gamma di varia umanità raccolta negli anni in cui sta durando il viaggio nella musica di Claudio Baglioni. Qualcuno, tra quelli che partirono nel 1970, ha cambiato strada, altri se ne sono «andati», molti se ne sono aggiunti. La prossima settimana, però, chi c'è, sarà lì «da te a me» per viaggiare nel tempo: trent'anni non sono pochi.
Articolo segnalato da Ernesto.