torna al menu |
|
torna all'elenco |
|
del 20/03/00
Gazzetta di Modena
Due sere al Palapanini con le note di Baglioni
MODENA. «E' uno spettacolo senza tempo, ispirato al cinema virtuale, con il quale vi porterò con me in viaggio verso il futuro». Così Claudio Baglioni, nell'intervista concessa alla gazzetta, presenta il concerto che questa sera (tutto esaurito) e domani sera (pochi biglietti) presenterà al Palapanini. La Gazzetta regala 5 biglietti per domani.
Tutto esaurito questa sera, ancora pochi biglietti per domani. Come è ormai tradizione l'arrivo di Claudio Baglioni mobilita le schiere di fans modenesi.
Grande attesa dunque per questa due giorni del tour blu al Palapanini. Si tratta di uno spettacolo avveniristico. Il palco sarà posizionato al centro del palasport, suddiviso su tre livelli per una superficie totale di circa 250 mq con un sistema di schermi in trasparenza per proiezioni ed effetti ombra completamente motorizzati. Claudio guiderà gli spettatori in questo viaggio insieme a un personaggo virtuale che si materializzerà con effeti speciali sul palco. Ricordiamo gli orari a quanti si recheranno al palasport: l'apertura delle Casse (dove sono in vendita solo i biglietti per domani) sarà alle 17; i cancelli verranno aperti alle 19.30, lo show inizia alle 21. Per sapere qualcosa di più abbiamo intervistato il protagonista: Claudio Baglioni.
Bentornato a Modena. Come stai?
«A dire la verità siamo tutti un po' stanchi. Dobbiamo ancora smaltire il peso del duro lavoro che abbiamo fatto per prepararci al debutto e la tensione che, inevitabilmente, abbiamo accumulato per l'avvio di questa nuova avventura.
Fortunatamente, il pubblico ha risposto bene e ora siamo in fase di asciugatura dello spettacolo. I quattro giorni di Firenze sono serviti per rodare al meglio lo spettacolo. A Modena vedrete lo show nella sua stesura definitiva».
Ci fai una guida all'ascolto e alla visione?
«Questo concerto chiude la trilogia dei colori, iniziata ormai 10 anni fa con il 'Tour giallo' show itinerante al massimo risparmio, sopra un camion, poi venne lo spettacolo più impegnativo e complesso il 'Tour rosso' teatrale, dedicato alla commedia della vita. Ora approdiamo all'ultima parte con il concerto 'blu'. L'ispirazione è legata al mondo del cinema, non inteso nel senso tradizionale, ma a un immagine del cinema virtuale col quale interagire. Tecnicamente tutto si basa su proiettori cinematografici, non usati solitamente per i concerti pop, e a una serie di proiezioni virtuali molto suggestive con il contributo di riflettori laser. Vogliamo dare l'impressione di uno spettacolo senza tempo, suggestivo ma dai contenuti semplici. E' un viaggio che punta diritto al futuro, ogni tanto ci si fermerà per guardare al passato a quello che è stato».
Ancora una volta il palco è al centro...
«Una scelta per un verso obbligata, visto che i palasport sono strutture a forma di arena che prevedono al centro il luogo della scena, inoltre amo cercare un contatto con il pubblico».
La scelta dei brani. I giornali hanno sottolineato il tuo coraggio nell'eliminare pezzi considerati intoccabili.
«Abbiamo scelto quelli che più si adattavano al discorso logico dello spettacolo, tuttavia la rosa è ampia e ogni sera qualche canzone cambierà.
Tra l'altro tutto lo spettacolo racchiude in sè spettacoli diversi, a seconda della posizione da cui lo si seguirà. Una volta ho calcolato che se dovessi eseguire tutti i brani del mio repertorio il concerto dovrebbe durare 19 ore, per rispetto del pubblico che ne uscirebbe stravolto e delle mie forze non mi sembra proprio il caso...» Tre ore di spettacolo sono comunque un bell'impegno. Segui una preparazione particolare?
«Avrei dovuto fare un po' di palestra, ma non ne ho avuto il tempo. Quindi ogni sera mi affido al serbatoio delle mie energie. L'anno scorso a Roma, in occasione del concerto al Flaminio, alcuni medici monitorarono con strumenti le reazioni del mio fisico. Ne è emerso che, per ogni concerto, è come se percorressi 15 chilometri di corsa con la differenza che, se fossi un corridore, l'adrenalina e la tensione arriverebbero solo in prossimità del traguardo; sul palco, invece c'è dall'inizio alla fine. Al termine dello show sei prosciugato, ma l'entusiasmo del pubblico ti ripaga e la sera successiva siamo pronti a dare del nostro meglio. Ci possono essere dei concerti che vengono meglio e altri che vanno meno bene. Al pubblico voglio assicurare che noi tutti daremo il massimo per loro».
Hai detto che questo tour chiude un ciclo. Come sarà il Baglioni del 2001?
«Questo decennio è stato il decennio della curiosità, della ricerca di tutte le forme possibili di espressione. Poi inizierà quella che ho definito l'«epoca della sottrazione», dell'intimismo. Potrei tornare a una forma di espressione solista, con accompagnamento minimale, come già ho fatto in passato.
Vedremo».
Il tour rosso e quello blu hanno una dimensione teatrale. Hai mai pensato di fare l'attore?
«E' sempre stato un lavoro che mi ha affascinato, pensare che ogni sera chi va in scena deve entrare in un personaggio viverne le emozioni, le gioie, i timori e alla fine uscirne. Un po' quello che faccio quando salgo sul palco e interpreto le mie canzoni. Quando sono in concerto riesco a fare cose che giù dal palco non riuscirei o non mi sognerei mai di fare».
Non resta che augurarti in bocca al lupo «Grazie e vi aspetto al Palapanini».
Articolo segnalato da Ernesto.