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Rassegna stampa - luned́ 14 agosto 2000 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su Il Giorno - 14/08/2000
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Pompei: suoni e luci col divo Claudio


di Andrea Spinelli

POMPEI - Claudio, le rovine, il cielo e, all'inizio, suspense per un po' di pioggia.
Per il debutto a Pompei del tour acustico che lo vedrà in scena fino a settembre, Baglioni non ha avuto bisogno di ripetere "...queste pietre sono più vecchie di me" come aveva ironizzato anni fa Frank Sinatra nel suo show agli scavi.
L'anagrafe e l'attitudine a reinventarsi di un repertorio entrato sottopelle ad un'intera generazione non glielo avrebbero mai permesso.
E basta prestare orecchio alla sorprendente trasfigurazione di "Avrai" o a ad una "Poster" garbatamente tangata, per rendersi conto che il gioco dello scomporre e ricomporre continua ad esercitare un fascino ineluttabile sul Divo della canzone d'autore. Pompei, d'altronde, è un luogo dell'arte e della memoria che sfugge alle regole e al tempo, trasformando contenitore in contenuto e viceversa. E se negli anni Sessanta era accaduto ai Pink Floyd, ieri sera tra le stesse mura millenarie sono state le canzoni del cantore della maglietta fina a trovare una nuova dimensione.
Su una sorta di "Son et lumière" con la regia dello stesso Claudio e di Pepi Morgia.
Il titolo dello spettacolo,"Sogno di una notte di note", strizzava l'occhio alla piu' famosa commedia di William Shakespeare, anche se il clima respirato fino alla vigilia del debutto sarebbe stato più appropriato al Re Lear, tragedia della vendetta e del tradimento. Ma l'idolo di "E tu" ha preferito sopravvolare sulle polemiche da strapaese che avevano avvelenato la sua venuta, con tanto d'interrogazioni comunali e ispezioni.
Dice: «L'Italia è un paese in perenne campagna elettorale. Vedere la gente che va agli spettacoli come un'accolita di barricaderi è frutto dell'ignoranza diffusa soprattutto in una certa classe dirigente. Non mi piace passare per il tribunetto di turno, ma ogni volta che vedo sui giornali il mio nome associato alla parola 'caso' provo un grande fastidio. La scienza e il tempo ci consentiranno di vincere tante malattie, ma il luogo comune continuera' a rimanere un virus letale e a fare vittime». E puntando dritto ai sentimenti. "Perfino quando la scelta è concorde / la guerra, la morte, la malattia assediano l'amore / lo rendono momentaneo come un suono, / furtivo come un'ombra / fuggevole come un sogno, / breve come un lampo che in una notte nera, / sveli ad un tratto cielo e terra..." ha esordito fuoricampo mentre in scena tre vetuste macchine da spettacolo diffondevano tra le mura millenarie delle case del Fauno e di Sallustio, dei Vettii e del Citarista, i rumori della pioggia, del tuono e del vento. Dal culto di Iside a quello di Claudio il "gladiator" il passo è lungo, ma sotto la luna di una notte afosa sono state "Notte di note (note di notte)", "Io dal mare", "Ragazze dell'Est", "Stai su" ad introdurre la magia della "féerie", dello spettacolo teatrale in cui compaiono personaggi soprannaturali con cui, prendendo a pretesto il Bardo di Stratford on Avon, hanno giocato in molti, da Woody Allen a Gabriele Salvatores ad Eduardo. E lui, in quell'Old Vic a misura di canzone che s'è costruito attorno ha spaziato in largo e in lungo sul repertorio approntato per questo tour (una quarantina di canzoni da variare ogni sera), tradendo la promessa di mantenersi entro il limite fisiologico delle due ore e mezza per affastellare anche brani meno frequentati come "Naso di falco", "La piana dei cavalli bradi", "Io, lui e la cana femmina", oltre ad un paio di medley per chitarra e una per pianoforte con i successi di sempre, ben sapendo che ghermire al temuto karaoke canzoni come "Questo piccolo grande amore", "Amore bello", "E tu", "Sabato pomeriggio", "Solo", "Tu come stai", "Strada facendo", "La vita è adesso", sarebbe stato nobile ma insensato. Oltre al prevedibile obiettivo del cd doppio in autunno, il proposito di leggere passato e presente in forma acustica sta anche nel desiderio di rinunciare alle sicurezze dell'elettronica, dei loop e dei "clic", insomma di quella confortante catena di montaggio musicale che sono diventati oggi i concerti. Anche in gloriosi cavalli di battaglia come "Cuore d'aliante", "Mille giorni di te e di me", "Io sono qui" o "Via", messi nel gran finale assieme a quella "Titoli di coda", mai eseguita prima dal vivo e lucidata appositamente per i milleduecento dell'Anfiteatro che non avevano esitato a pagare dalle 44 alle 99 mila lire per assicurarsi un brandello di questo "Sogno di una notte di note". Ora il tour prosegue nei luoghi d'arte di tutta Italia, per riapprodare a Pompei alla fine di settembre, probabilmente in diretta su Raiuno o Canale 5.



segnalato da Ernesto

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