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Rassegna stampa - domenica 13 agosto 2000 |
ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001 |
Pubblicato su
Il Giornale - 13/08/2000
BAGLIONI: LA MUSICA D'ESTATE SVILITA DAI RITMI LATINI
Oggi a Pompei apre il tour nei siti archeologici. "Odio le hit parade,
mi rifugio nell'arte".
di Andrea Laffranchi
Da uno show ricco di effetti speciali, laser e tecnologia a un tour che parte questa sera dalle rovine di Pompei per farsi ospitare da teatri antichi e altri luoghi della storia (25 date sino al 17 settembre, calendario sul sito www.baglioni.it). Via le ballerine e le scenografie modaiole per fare spazio a una pedana in legno a vista con uno sgabello al centro del palco. In mezzo soltanto cinque mesi e un Claudio Baglioni che ha voglia di raccontarsi e reinventarsi: "E' un viaggio di ritorno a un modo diverso di pensare e suonare la musica, più rarefatto. Faremo della musica leggera da camera cercando con il pubblico un connubio che non sia quello tipo karaoke dei grandi show".
D. Questa primavera aveva privilegiato l'ultimo album "Viaggiatore sulla coda del tempo", ora "Sogno di una notte di note", che richiama il titolo di un brano del 1985, tornano i classici.
R. "Ho fatto pace con le mie canzoni. In passato vivevo con fastidio il successo di "Piccolo grande amore", che stravolgevo per evitare che venisse coperta dal coro del pubblico, o di "Sabato pomeriggio" che non proponevo affatto. Ci saranno, assieme ad altre dello stesso periodo, in una trasvolata-medley che abbraccia tutti i 30 anni della mia carriera.
Canterò "Poster", farò per la prima volta "La piana dei cavalli bradi" del 1990. "Avrai" compie 18 anni come mio figlio, per il quale la scrissi, e come lui si è "licenziato" verso una nuova vita, anche la canzone muta: ne proporrò una versione stralunata, solo voce e pianoforte, quasi una ninna nanna spiritosa".
D. Meno watt e, al posto dei computer, le macchine dei suoni che si ispirano al teatro del Settecento.
R. "Abbiamo potenziato la sezione percussioni e ci saranno fisarmoniche, chitarre acustiche, mandolini, bouzuki, vibrafoni, timpani, cimbali e altri strumenti che piano piano introdurremo in scena. Nella band ci sono Giovanni Boscariol (tastiere), Paolo Costa (basso e contrabbasso), Paolo Gianolio (chitarre acustiche e semiacustiche), Gavin Harrison (batteria), Danilo Rea (pianoforte) ed Elio Rivagli (batteria e percussioni)".
D. Pompei, la valle dei templi di Agrigento. Luoghi di grande suggestione che qualcuno teme siano "profanati".
R. "Credo che si debba procedere con cautela. Ma non per i rischi di deterioramento paventati: il mio pubblico è, più in generale, il popolo della musica, non è diverso dalla gente che visita questi posti ogni giorno. Piuttosto mi emoziona pensare a quali rappresentazioni e quali pubblici ci siano stati qui nel passato".
D. Per ogni data saranno disponibili soltanto 2-4 mila posti. Scelta elitaria?
R. "Da 20 anni, dal tour di "Alé-oo" in poi, ho quasi sempre pensato spettacoli in grandi spazi: c'era una volontà di sottolineare fortemente la rappresentazione. Per una volta, invece, ho voluto che il contenitore diventasse anche contenuto dello spettacolo".
D. Abbandonato il look cyber-fantascientifico con abbronzatura "metallizzata" e impermeabile alla "Matrix"?
R. "Quando racconti una storia, come si fa quando si realizza un album, si finisce per diventare attori di quanto si è scritto. E' un' immagine legata al personaggio, non alla persona".
D. In tour per tutta l'estate: il pubblico arriverà in platea con le orecchie sature di tormentoni musicali da spiaggia.
R."La musica estiva ha la caratteristica di sganciarsi dai temi più seri, come del resto accade con la nostra vita. Tutto è più ridanciano, ma spesso si involgarisce. Quest'anno vedo poche novità, sembra che la musica si stia orientando verso il facile, oppure verso il già sentito, come è accaduto per Santana, che è come un biglietto, un cartellino che ci rassicura. Mi piacerebbe fare una canzone per l'estate, ci pensavo in questi giorni mentre provavo i miei brani degli anni Settanta che avevano richiami alla bella stagione. Da allora, però, sono cambiate tante cose nella discografia: dal modo di pensare alle scadenze alla fruizione da parte del mercato".
D. E la moda latina?
R. "Tutto quel genere musicale, come quello orientale, è interessante, ma se viene fatto da noi italiani diventa uno scimmiottamento. Non mi sono mai fatto tentare perchè credo che chi è da tempo sulla scena non debba fare trasformismi: il rapporto con il pubblico ci autorizza e, allo stesso tempo, ci obbliga a questo comportamento".
D. Tornerà in tv, magari con una trasmissione "su misura" come hanno fatto Celentano, Morandi e Renato Zero?
R. "C'è questa tendenza a realizzare programmi monografici, incentrati su un personaggio. Agli artisti piace raccontarsi e io sto lì con il piedino da due o tre anni. Ho detto "no" perchè è difficile fare qualcosa di semplice, senza orpelli, senza scadere nel facile e nel banale. In tv c'è troppa competitività e questo spinge a fare scelte sbagliate per avere cento spettatori in più".
D. E questo "viaggio di ritorno" dove porterà Baglioni?
R. "A scrivere canzoni meno sovrastrutturate, più semplici. Gli ultimi tre album erano complessi e molto lavorati. Mi sono tolto lo sfizio e la ricerca del "poco", incominciata con questo tour, sarà utile per il prossimo lavoro".
segnalato da Michela