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Rassegna stampa - giovedì 10 agosto 2000 |
ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001 |
Pubblicato su
La Repubblica (Napoli) - 10/08/2000
Il concertobis è sparito dal programma
Baglioni "dimezzato"
Era previsto a settembre a conclusione del tour italiano alla presenza di Amato e Melandri
di STELLA CERVASIO
IL RETROSCENA
Claudio Baglioni da lunedì è lì che prova, tranquillo e professionale come sempre, nell'unico teatrino di Pompei il cui nome suona più come quello di una ditta che di un palcoscenico: Di CostanzoMattiello. Dentro, nello spazio blindato, c'è un silenzio di tomba, solo l'«acustico» va, e non fora i timpani affatto, come è già stato per altre illustri star: da Springsteen a Dylan. «Ho voluto fortemente che questa tournée iniziasse e finisse a Pompei, perché amo questo posto. Dispiace che ci vadano di mezzo gli artisti, questi luoghi venivano usati nell'antichità per spettacoli popolari, altrimenti sono dei cimiteri». Gli dispiace anche un po' per l' immagine, a uno come lui che ci sta attento da anni. Intanto fuori è ancora polemica consumata a colpi di interrogazioni di An, di risposte della sovrintendenza di Pompei, di critiche all'organizzazione del concerto sempre da parte della destra e di repliche risentite dello staff. Dentro il teatrino, invece, silenzio, anche perché i telefonini non hanno campo e nessuno squillo curioso disturba le prove.
Tanto riserbo ha creato un giallo: del minitour archeologico di Claudio Baglioni i suoi fan napoletani più affezionati sono venuti a conoscenza soltanto in seguito alle polemiche. Per carità, se uno apriva il sito www.baglioni.it, fino a 48 ore fa c'era scritto tutto: la tournée acustica si sarebbe aperta all'anfiteatro di Pompei il 13 agosto, per toccare in Campania ancora Paestum (30 agosto) e il Teatro romano di Benevento. Ma la data finale, il 23 settembre, la seconda di Pompei, con riprese televisive e ospiti d'onore come il premier Amato e il ministro Melandri, martedì è sparita dal sito. Anche il balletto delle cifre non scherza. Il minimo previsto dagli organizzatori, 2000, cala precipitosamente a 950 nelle parole dello stesso cantante, a 900 per la sovrintendenza, che non si sposta neanche di una unità: e ieri sera tutti biglietti risultavano già venduti.
Tre livelli di prezzi e di posti: 70, 80 e 90 mila lire, tutti già venduti.
Anche se i box di prevendita napoletani nei giorni scorsi non ne avevano nel carnet neppure uno. A Napoli non si è visto un manifesto affisso per le strade, a Pompei invece sì. E i biglietti sono esauriti ugualmente. Tanto da far chiedere al volo un ampliamento alla sovrintendenza, da 900 a 1200 posti. Il sovrintendente Guzzo ha risposto picche, e il numero è rimasto tale.
La telenovela sul concerto, tuttavia, non sembra conclusa. An insiste, e Luciano Schifone, ex assessore regionale al Turismo, indice per oggi, al gruppo regionale del Centro direzionale, una conferenza stampa "con fotografie". Nell'obiettivo sono cadute le pietre del muretto che lo staff di Baglioni è accusato di aver fatto crollare «ma non sappiamo dice Schifone se prima o dopo i preparativi».
Qualcuno in sovrintendenza dice che il polverone tocca il concerto perché è la prima cosa che passa il "convento" Pompei, dopo la chiusura della vertenza sindacale che ha portato proprio in questi giorni 2 milioni in tasca ai dipendenti della prima sovrintendenza autonomapilota d'Italia.
Baglioni si è reso conto di essersi trovato al centro di uno scontro che sa più di politica che di tutela dei beni culturali? Pare di sì, da quel che dice. Amplificatori e decibel non esistevano, il solo boato che abbiano ascoltato le orecchie di Pompei fu quello del 79 d.C.? «Ma il mio è un concerto acustico», spiega a chi non sa che l'amplificazione in questi casi è ridotta al minimo. La storia di questo minitour dal titolo "Sogno di una notte di note" continua ad avere qualche mistero. Pochissima diffusione della notizia e al suo apparire, le prime proteste: quelle dei custodi di Paestum timorosi per i loro straordinari. Informazione tra le agenzie di prevendita, poco più di zero. In compenso, una serie di voci che si inseguono. Compresa quella, a tarda sera di ieri, che era in discussione la data di Pompei. «Tutto confermato si affretta a dire il sindaco Zito, al termine di una riunione per l'ordine pubblico con lo staff di Baglioni e la polizia municipale per il momento». Un momento che durerà fino a venerdì, quando è previsto il sopralluogo della commissione prefettizia per lo spettacolo, che dovrà dire sul concerto della discordia l'ultima e definitiva parola.
segnalato da Cecilia