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Rassegna stampa - mercoledì 12 luglio 2000 |
ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001 |
Pubblicato su
L'Unione Sarda - 12/07/2000
www.unionesarda.it
Incontri.
Il cantante in vacanza a Santo Stefano: concerto fuori programma e festa vip
Questa piccola grande isola
Claudio Baglioni racconta la sua passione per la Sardegna e la sua gente ospitale «Una terra affascinante e una lingua che sarebbe bello usare nelle mie canzoni»
di Marco Noce
Chissà se gli manca ancora da morire, quel piccolo grande amore. Ne sono cambiate di cose, per Claudio Baglioni: trent'anni fa era un capellone poco affascinante e immusonito (mica per niente gli amici lo chiamavano "Agonia"), oggi è uno splendido cinquantenne o su di lì, capello brizzolato e corto, faccia vissuta ma smagliante, vacanze al villaggio Valtur dell' isola di Santo Stefano, tra Palau e La Maddalena. Vale a dire di un ex Club Méditerranée adattato alla bisogna per un pubblico che vuole essere raggiungibile solo via mare, cioè poco e niente: Baglioni è lì in vacanza da una settimana per riposarsi dal Tour Blu. Coincidenza: blu è anche la festa che, lunedì notte, segna l'ingresso ufficiale della Valtur nel giro dell'oca vip, quella via crucis delle celebrità che si spostano in massa da un posto all'altro in cambio, si dice, di un gettone di presenza o anche solo della possibilità di trascorrere spesati di tutto pochi giorni di mare. Lui, naturalmente, con questo non c'entra niente. Mentre nella parte alta dell' isola va in onda il party lui è nella parte di giù, in un anfiteatro colmo di villeggianti in tripudio (almeno 700), a cantare i suoi cavalli di battaglia accompagnandosi con una tastiera (il suono è quello del piano, l' aspetto molto più dimesso).
Quella sua maglietta fina: ce ne sono tante, nella parte di su, tutte tanto strette al punto che. Claudione arriva solo a festa quasi finita, preceduto dall'avviso perentorio di uno dei responsabili del villaggio: «Niente telecamere, niente foto, niente interviste, non disturbate l'ospite». Poi, come al solito, l'artista si rivela migliore di chi lo circonda: calmo, sereno, rilassato, seguito da un codazzo di ammiratori adoranti, si accomoda su un divanetto, accetta telecamere e flash e qualcosa ai giornalisti la racconta senza farsi pregare.
Sul suo rapporto con la Sardegna, per esempio: «È una terra vicina ma anche molto lontana, con molto charme, molto fascino. Ha delle asperità e delle morbidezze, un dialetto dal suono interessantissimo: se potesse essere una lingua nazionale sarebbe un bel suono per scrivere canzoni. Grande capacità di accogliere: non sempre le isole ce l'hanno, di solito anzi gli isolani respingono gli stranieri».
Sui suoi prossimi concerti nell'isola (8 settembre a Nuoro, 9 settembre a Cagliari): «Ho sempre un grande rammarico nei confronti della Sardegna perché, specialmente in inverno, resta tagliata fuori dalle rotte delle grandi tournée. Io ne ho appena terminata una molto fortunata che in Sardegna non è stata vista: ho visto invece alcuni sardi che sono venuti nelle altre città italiane ad assistere ai concerti. A settembre ci sarà un giro "diverso" che nasce proprio da questa esigenza: pensare che almeno in due luoghi dell'isola ci possa essere l'occasione di attraversare la Sardegna con un po' di parole e di musica. Quelle che ho scritto io».
Sulla sua musica, ad esempio: «Quella che preferisco e che mi impegna quotidianamente. Una musica che trasmette ancora coraggio ed emozioni, che è ancora innovativa e prova sperimentare nuove soluzioni. Anche in una fase che, da quindici anni a questa parte, vive una sorta di autunno: abbiamo bisogno di rinnovarci un po' tutti».
Sulla longevità delle sue canzoni: «Non so perché sopravvivano al tempo, ma mi fa molto piacere. Forse perché la mia musica non va incontro alle tendenze ma è una sorta di percorso personale, spero sufficientemente autentico e in grado di essere sempre al passo con le cose che accadono.
Senza steccati fra generi: la musica è un linguaggio universale».
Sulle canzoni degli altri: «Quando mi trovo tra amici e mi chiedono di suonare qualcosa, non faccio quasi mai le canzoni di Baglioni. Il mio sogno è che il mondo un bel giorno si dimentichi di tutte le bellissime canzoni che sono state scritte, così mi metterei io a sfornarle una al giorno passandole per mie».
Sulla sua ultima trasmissione con Fabio Fazio e i suoi bassi risultati di ascolto: «Un programma che raccoglie il consenso di quattro milioni e mezzo di spettatori a puntata non può essere definito un flop, ma è una trasmissione benedetta dal pubblico. Il problema è che la televisione è troppo competitiva: misura generi diversi e intelligenze diverse sul piano banale dei numeri. Fazio è un mio amico, con lui mi avventuro in queste storie che se sono travagliate mi appassionano anche di più».
segnalato da Marcella