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Rassegna stampa - venerd́ 2 giugno 2000 |
ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001 |
Pubblicato su
Corriere dell'Umbria - 02/06/2000
LA "MARATONA IN MUSICA" DI BAGLIONI
PERUGIA - Tre ore di show , con le canzoni dell'ultimo decennio in primo piano e un impianto scenografico sontuoso : Claudio Baglioni ha messo in scena una vera e propria maratona musicale mercoledì sera al Palasport Evangelisti di Perugia , penultimo appuntamento con la Stagione della canzone d'autore. Tutto attorno a lui , una folla straboccante ha cantato e ballato dall'inizio alla fine con invidiabile energia e resistenza. Tanti i giovanissimi ma altrettanti i fedelissimi di sempre , in attesa di "Piccolo grande Amore".
Un attesa lunga , perchè il "viaggio" del cantautore è un itinerario nelle canzoni degli anni Novanta , quelli della svolta più netta verso l' "euro pop" , dei ritmi più accentuati e del registro canoro più deciso. Così , il concerto risulta alla fine un pò monocorde e senza dubbio troppo lungo , poco coinvolgente nel suo ostentare organicità ; ben confezionato , questo sì , e impreziosito dalla presenza di musicisti di altissimo livello come Elio Rivagli (batteria) , Danilo Rea (piano) e Paolo Costa (basso).
Il filo conduttore su cui Baglioni innesta le sue canzoni , il tema del viaggio , ricorre infatti anche attraverso le citazioni di un suo alter ego elettronico che compare di volta in volta nel corso dello spettacolo per raccordare con brevi frasi (stile "Abbiamo bisogno di sogni smisurati per fare piccoli passi avanti ") un brano e l'altro.
E' uno dei tanti "effetti speciali" che l'artista mette in scena : due "scatole cinesi" di tela chiudono e svelano , alzandosi e abbasandosi , ciò che si muove su un palco inusualmente collocato al centro del palasport. Il gioco di veli proporrà lungo le tre ore di spettacolo giochi di luce di un certo effetto. Un gruppo di ballerine accompagnerà inoltre con semplici coreografie buona parte dello show.
Che inizia in modo roboante con uno dei motivi di maggiore presa del Baglioni di 'fine millennio' , cioè "Cuore di aliante". Poi , a raffica , tra incursioni multimediali varie , "Hangar" , "Dagli il via" , "Tamburi Lontani" , "Uomini Persi" , "Ninna Nanna".
L'artista padroneggia il pubblico con abilità : come un direttore d'orchestra , "ordina" quando alzarsi in piedi , cantare più forte in coro , battere le mani a tempo ; e tutti , o quasi , lo seguono all'unisono. La carrellata di canzoni prosegue : arrivano "Sì io sarò", "Un giorno nuovo " , "Stai su ", "Vivi " , "Mal d'universo" , "Noi no". Finalmente i quarantenni possono cantare : solo con la sua chitarra acustica , Baglioni intona "E tu come stai" ; poi trascina il palasport in una accorata "Avrai" in crescendo.
E' il momento migliore dello spettacolo : il cantautore lo suggella con una discreta "Chi c'e' in Ascolto" e poi ancora con "Gagarin" , "E adesso la pubblicità " e "Fammi andar via". Ma la maratona è ancora lunga e faticosa , scorrono "Domani Mai" e "Quante volte", poi la temperatura cresce e "Quanto ti voglio" e "Bolero" aprono la strada ad una energetica "Via". Il finale è all'insegna del sentimentalismo : "Mille giorni di te e di me " , "A domani" , "Questo piccolo grande Amore ". Tripudio sugli spalti.
Restano i bis : via con " A Clà" , poi "due pezzi da novanta " : "Strada Facendo " (rivisitata in chiave meno melodica) e "La vita è adesso ". Il palasport vibra e il "rush" finale è ancora all'insegna dell'energia e del desiderio del viaggio : così com'era iniziata , la musica sfuma in lontananza volando su un "Cuore di aliante".
segnalato da Silvia