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Rassegna stampa - giovedì 13 aprile 2000 |
ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001 |
Pubblicato su
Giornale di Brescia - 13/04/2000
Claudio Baglioni «tecnologico» in scena a Montichiari
Baglioni, l'asceta dal cuore d'aliante.
Folla ai due concerti del cantautore romano al PalaGeorge di Montichiari, incontro
fra futuribile e spiritualità.
di Paola Carmignani
«A Cla, te volemo bbene!», recita lo striscione artigianale inalberato da un gruppo di fans. L'abbraccio della folla (4.500 persone circa, dai sette ai settant'anni o giù di lì) è quasi fisico, nel PalaGeorge di Montichiari: il palco di «Cla» - Baglioni s'intende - è al centro, il buco di una ciambella di pubblico festante. Lui, fisico ascetico, chioma argentata e sorriso «che acchiappa», entra dopo che per circa un quarto d'ora un rappresentante degli animatori-sponsor ha guidato un trenino canoro che, girando intorno alla ciambella, ha invitato a cantare i motivi più noti, «quelli che... li sanno tutti»: da «Signora Lia» a «Da me a te», passando per «Questo piccolo grande amore», «Amore bello», «E tu», «Poster», «Solo», «E tu come stai», «Strada facendo», «La vita è adesso», «Io sono qui». Motivi che, salvo qualche eccezione, non sono poi compresi nella scaletta del concerto: Baglioni ha deciso di proporsi in modo nuovo. Bando ai nostalgici, «Il viaggio tour 2000» è centrato sul nuovo Baglioni, quello dal «Cuore di aliante», che - come ha suggerito lo stesso cantautore romano negli evanescenti e brevissimi monologhi tra una canzone e l'altra - «una decina d' anni fa si era stancato di vedere il suo viaggio in bianco e nero, e ha deciso di cercare nuovi percorsi: sono nate così le "Vie dei colori"». Messaggi criptici, inafferrabili, quelli di Claudio Baglioni e della sua musica: al centro della scena c'è il corpo: il suo, iperammirato dalle fans, e quello delle otto ballerine-figuranti, un po' geishe e un po' guerriere, un po' tristemente romantiche e un po' tecnologiche, ma sempre come chiuse dentro un mondo che conosce pochi contatti. Anche Baglioni, al centro di un palco a croce greca sul quale in tre ore di concerto ha descritto infinite passeggiate, sembrava isolato in una monade virtuale: chiuso ora dietro velari di lino bianco, che lasciavano intravedere luci e trasparenze, ora dietro la corona protettiva di decine di "gorilla", pronti a contenere ogni esuberanza del pubblico. Al di là della musica (27 i motivi in scaletta, più alcuni bis concessi con generosità dall'artista) a fare spettacolo sono state le proiezioni laser, le coreografie, i musicisti mandati a suonare "in bocca al pubblico", i saliscendi del «Claudione» nazionale, che più volte è andato a stringere mani o a chiamare sul palco qualche ammiratrice (una bambina un po' spaventata dall'esperienza, e una signora matura, contenta e imbarazzata), e che ha reso omaggio - con sorrisi, sguardi complici e infine dirigendole sul viso un fascio di luce - alla sua attuale compagna, presente nella «tribuna vip» accanto a Giorgio Gori, direttore di Canale 5.Il pubblico si è divertito, e ha cantato tutti i motivi, dimostrandosi aggiornatissimo anche sulle ultime canzoni: i concerti (e questo in particolare) sono ormai dei grandi karaoke, e poco importa se i pezzi "di atmosfera" (in questo caso è toccato a «E tu come stai») perdono il loro fascino se urlati da centinaia di persone, anziché "pennellati" dall'artista nel colmo della sua concentrazione. Ma tant'è. Il «viaggio» di questo Baglioni nuovo, che guarda ad un futuro robotizzato senza sbilanciarsi in previsioni, ha rapito il pubblico, che è parso soddisfatto delle nuove canzoni e delle incursioni nel passato musicale: «Uomini persi», «Ninna nanna», «Un nuovo giorno o un giorno nuovo», «Avrai», «Gagarin», «E adesso la pubblicità», «Fammi andar via», «Quante volte», «Via», «Mille giorni di te e di me» e «Questo piccolo grande amore», senza il quale le sue fans non sarebbero state disposte a farlo... andar via.
segnalato da Ernesto