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Rassegna stampa - mercoledì 12 aprile 2000 |
ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001 |
Pubblicato su
Brescia Oggi - 12/04/2000
In cinquemila a Montichiari per il concerto del cantautore romano, tra le nuove sonorità etnopop e schegge di nostalgia
BAGLIONI, PRIMO TRIONFO AL PALAGEORGE
di Claudio Andrizzi
Sottrarre suggerendo piuttosto che debordare affermando: sembra essere questa la chiave di lettura che CB ho proposto ieri sera a Montichiari in un Palageorge gremito in ogni ordine di posti. Non certo un assunto minimalista, visto la comunque oggettiva spettacolarità dell'evento, ma comunque un modo per cominciare il ritorno verso le dimensioni per l'essenzialità dopo dieci anni di eccessi. Il tutto con l'entusiasmo consenziente del pubblico: ieri sera erano circa cinquemila i fans bresciani accorsi all'appello del cantautore romano e questa sera si replica di fronte ad una platea che promette di nuovo il tutto esaurito. Come a dire, un altro punto a favore per un tour che non solo sta collezionando autentici trionfi in tutte le piazze italiane, ma che sta anche inequivocabilmente dimostrando come il B. pubblico, conosciuto in questi anni, sia ormai inesorabilmente avviato verso una quadratura del cerchio che riconduce alle origini. Difficile del resto andare oltre i trionfalismi circensi (e francamente anche un po' indigesti) degli spettacoli da stadio di un paio di anni fa: il viaggio sta per terminare, si torna a casa, verso una dimensione fatta, questa è la speranza, più di semplici note e canzoni che di maldigerite ambizioni sonore e spettacolari. Ecco, per chi da qualche tempo nutriva nostalgia del gran B.
del tempo che fu, questa è la bella notizia; non che le sofisticate complessità dell'ultimo album, così come del nuovo spettacolo, indichino che questo ritorno alle origini è già cominciato, ma se non altro il B. del 2000 sembra certamente pervaso più da desideri di sobrietà che da deliri di autocelebrazione. Lo ha dimostrato il concerto andato in scena ieri sera, alle porte di una città che B. si porta nel cuore fin dai tempi di "Assolo". "Dimenticare Brescia per me è impossibile, ci ha confidato prima dell'inizio del concerto, era il 1986 e portavo in giro negli stadi questo spettacolo un po' sperimentale e difficile. Il giorno che arrivammo a Brescia si scatenò un inferno meteorologico, pioggia, tempesta, di tutto: mi sentivo responsabile di questo e non so per quale motivo il senso di colpa di quelle giornata me lo porto dentro ancor oggi. Fu però una sorpresa scoprire che la gente mi aveva aspettato comunque: e alla fine fu uno dei concerti più magici della mia carriera". Ricordi di viaggio che si intersecano con il presente di uno spettacolo che proprio con il filo del viaggio ha tessuto il suo tema narrativo. Ma a suggerire la materia da raccontare sono più le canzoni che le immagini, in una scaletta che, come promesso non s'è certo fatta problemi a spiazzare le attese del pubblico: all'inizio tante vecchie canzone, cantate in coro dai ragazzi del cast in mezzo al pubblico, ed una Questo Piccolo Grande Amore destrutturata, quasi ad essere quasi irriconoscibile. Sono i segnali di una febbre creativa che spinge B. a reinventarsi, a spogliarsi costantemente di quell'abito troppo stretto di cantore di semplici emozioni con il quale rischia di venire consegnato alla storia della musica italiana.
Così eccolo lì sul palco, al centro della platea con il pubblico a fargli da contorno dentro una gelida architettura postmoderna disegnata e diretta da Pepi Morgia a dialogare con un omino virtuale fatto di laser, sviluppando un racconto di viaggio dalle dimensioni cromatiche puramente cinematografiche,, circondandosi dei suggerimenti scenici della Compagnia dei Colori. Il tutto mentre la musica in sottofondo, ultraprofessionale e esteticamente perfezionatissima, non si stanca di evocare il mito Gabriel nelle sonorità etno pop di Tamburi lontani e Cuore di Aliante. Anche se poi il calore che esplode dalla platea nei bis, durante Strada Facendo o La vita è adess, lascia il sospetto che alla fine della fiera, nel cuore, resti instillata qualche scheggia di nostalgia per quei bei tempi in cui una canzone di B. poteva permettersi il lusso di essere solo una canzone di Baglioni.
Come detto, stasera alle 21 si replica. Nelle consuete prevendite sono ancora disponibili alcuni biglietti a ottantomila, sessantaseimila e quarantacinquemila lire.
segnalato da Ernesto