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Rassegna stampa - domenica 14 novembre 1999 |
ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001 |
Pubblicato su
Il resto del Carlino - 14/11/1999
notizie.pesaro.com/
Quel suo piccolo grande flop
di Marco Mangiarotti
Fin troppo facile per Antonio Ricci, "titolare di Striscia la notizia", impallinare Tizio & Fazio. Dove Tizio è Claudio Baglioni. In realtà le stoccate del ligure Ricci al savonese Fazio fanno molto più sangue, ma lo sprezzo è tutto per il cantautore romano.
"Ieri ha ammazzato due o tre canzoni - attacca Ricci - . Un uomo che ha il suo passato dovrebbe tornare dai suoi
Ieri quando ballava la canzone degli Stones sembrava una baccante invasata dal silicone, un'anguilla ebbra. Non riesco a capire perché Fazio se lo tiri dietro. E poi ha una inquietante somiglianza con il mago Casanova." Se a questo aggiungete la stroncatura eccellente, acida e secca di Mario Luzzatto Fegiz sul Corriere, ieri non è stata una gran giornata per il divino Claudio. Anche perché, nel ribaltone comico di una trasmissione tutta scritta, lui non è riuscito a creare quell' "effetto Celentano" che si aspettava la rete. Due più due, Fazio più Baglioni, hanno fatto solo quattro. E non sei.
Ma se il problema di Fabio è quello di essere un conduttore ironico e intelligente prestato alle masse, che al massimo può essere accusato di stress eccessivo, di prendersi troppo sul serio, dalle masse Claudio ha avuto l'investimento come pop star. A lui si chiedeva di fare, in un contesto rovesciato, il Morandi - Zero - Celentano della situazione. Di essere il filo conduttore musicale alto - basso del non varietà.
Il Pifferaio piuttosto che il Viaggiatore. E allora, se lui non sposta i milioni di Adriano la sentenza è bifronte: colpa del contesto TV o del suo percorso di autore e interprete. Partito basso - alto e finito alto - basso.
Di vecchie canzoni che vengono rivisitate fuggendo dalla nostalgia, anche se è quella la chiave calda di accesso nella rete dei fan. Di nuove canzoni che sono complesse e curiose, sicuramente interessanti. Anche belline. Ma non diventano inni. Cercano spessore e perdono leggerezza. Perché sono la colonna sonora di un uomo che vuole essere artista. E basta. Nelle vecchie, semplici belle canzoni c'era una forma popolare e vera di piccola poesia. Qui è tutto sovrastrutturale, il pensiero e la forma, la comunicazione più fredda. Lo stile.
segnalato da Stefy R.