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Rassegna stampa - venerd́ 5 novembre 1999 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su Panorama - 05/11/1999
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Claudio Baglioni. Filosofia e capelli bianchi


di Stefania Berbenni

Un bilancio spinoso, quello dell'esistenza. A 48 anni, Claudio Baglioni tira le somme. 'E finisce patta. Non si vince e non si perde mai'.



Per fare i conti Baglioni si è dovuto fermare, ha dovuto smaltire due anni ('97-98) vissuti col senso consapevole della 'dismisura' (sua la definizione). Per lui, timido fino all'impaccio, presentarsi davanti alle telecamere di Anima mia disvelando il lato ludico, autoironico del carattere chiuso era già stata una 'smisurata impresa personale'. 'Volutamente esagerato' era stato poi pensato il concerto all'Olimpico (giugno '98), un sabba di note ed emozioni caricate di altre valenze perché per la prima volta lo stadio romano veniva prestato alla 'canzonetta', con 80 mila fan ad applaudire artista e scommessa vinta. Per due anni sono stati fuori misura anche attacchi, polemiche e incensamenti.



Baglioni si è prestato alla 'dismisura' ma l'ha guardata da fuori, come se non ne fosse lui l'oggetto e l'artefice. Sdoppiato, un altro. 'Io con gli occhiali, io senza' canta in Opere e omissioni, uno dei 12 brani (il più bello) del nuovo album (Viaggiatore sulla coda del tempo). Dei centinaia di versi del disco 'questo è quello che amo di più'. Baglioni con gli occhiali, Baglioni senza. Come dire: quanto si è diversi agli occhi altrui se davanti ai nostri mettiamo un paio di lenti. E quanto cambia il mondo filtrato da un paio d'occhiali. Sembriamo più seri, più cretini, più cosa? Sfoca o diventa più nitida la realtà? Baglioni se lo è domandato durante la lavorazione del nuovo album, un disco difficile per complessità musicale e argomento, il bilancio della sua esistenza per l'appunto. Con le note, filosofeggia sul tempo che passa, sulla morte, le assenze, l'amore, il vuoto di valori. Come stanno facendo molti suoi coetanei: non troppo giovani per ignorare, non così avanti con gli anni da aver capito quasi tutto.



Il Baglioni viaggiatore sulla coda del tempo ha camminato con occhiali e senza. È apparso in svariati modi, ha visto piccoli sentimenti che poi erano grandi amori, fissati nel suo più imperituro successo. Si è portato addosso per decenni, e suo malgrado, l'etichetta di cantante facile, melodico, e poi ha sparigliato le carte con due dischi densi, complicati, ambiziosi, Oltre (1990) e Io sono qui (1995). Molte volte ha cambiato look, colore dei capelli: oggi invece la sua chioma brizzolata fa onore al soprannome che gli diedero da ragazzo per il suo umore umbratile, 'il Grigio', e rende Baglioni a se stesso, senza infingimenti, nè maschere da divo.


Proprio qui sta il punto: all'apice della sua carriera, con il suo undicesimo album in uscita e un secondo appuntamento televisivo al via (L'ultimo valzer, dal 5 novembre su Raidue, in coppia con Fabio Fazio), Baglioni si permette il lusso di smettere di essere 'il divo Claudio' (altra etichetta claustrofobica incollatagli addosso) per ragionare su se stesso. Nell'ora e mezzo di intervista, l'unica concessa al di fuori della canonica conferenza stampa di presentazione del disco, il cantore della 'maglietta fina' passa una dopo l'altra le voci della partita doppia della sua vita. Lo ha già fatto nel nuovo album, non lo farà di sicuro in trasmissione perché 'è sintomo del vuoto attuale eleggere i cantautori a maître-à-penser'a'. I sermoni li lascia ad Adriano Celentano: 'Non mi piace che la televisione insegni la vita. Vorrei che me la colorasse. Non si possono buttare lì, all'improvviso, temi come guerra, aborto, violenza. La tv non dà il tempo per ripensarci, approfondire, capirne di più'.



Nelle sei puntate previste, Baglioni canterà solo o al fianco degli ospiti prescelti (i nomi più clamorosi, Silvio Berlusconi e Massimo D'Alema; poi Michael Bolton, Venditti, Teocoli, Villaggio, Mal, Riondino, forse Loredana Bertè). Con le note commenterà ciò che Fazio e i suoi invitati intendono salvare del Secondo millennio per portarlo nel Terzo. Lontano dalle telecamere, Baglioni può invece raccontare che cosa ha visto nei 48 anni della sua vita, con e senza occhiali. L'Italia: 'Non è un Paese privo di memoria, ha solo urgenza del presente. Del presente comodo. Ci si sposta con facilità. Se qualcuno viene rivalutato, tutti lo rivalutano. Siamo dei coristi. E se arriva il solista, dopo un po' ci sta anche sulle scatole perché ci rompe le uova nel paniere'.



I valori: 'Non ci sono più padri della patria. E invece c'è bisogno di ancorarsi a qualcosa. Sento delle assenze, dei vuoti'. La sua generazione: 'Abbiamo sempre bisogno che qualcuno ci firmi la giustificazione, come a scuola'. L'omologazione: 'L'ironia è diventata macchietta di se stessa. Quella vera è sparita'. Gli ideali: 'Dove sono? Si deve sempre urlacchiare per farsi sentire. Non c'è un vero e proprio urlo. Venticinque anni fa, anche noi cantautori "di successo" compravamo un'auto piccola, niente di speciale. Oggi si sfoggia la barca di 35 metri'.



Inevitabilmente, l'itinerario del viaggiatore Baglioni fa tappa davanti alla clessidra: 'Il tempo? Te lo devi mettere addosso. Se pensi di poterlo combattere, sei fregato. Però passa e a noi sembra di rimanere sempre gli stessi'. E subito dopo, la morte: 'Non ce ne è una. Si sconta a rate. Nella vita ci sono tante piccole morti e tante piccole resurrezioni'. Perché una cosa gli è risultata chiara, quando ha tracciato l'ultima riga del suo bilancio: 'È comunque valsa la pena esserci, esistere malgrado il tempo ti tenga il fiato sul collo'.


Senza attivi, nè passivi Baglioni chiude dunque 'patta' (in pareggio), ce lo aveva detto all'inizio, del resto. Non solo perché per dna pensa positivo. Ma perché si vuole bene, soddisfatto di quello che è riuscito a dire in 28 anni di canzoni (Piccolo grande amore è del '71) e fare (nel privato). Così, ascoltando l'ultimo brano del nuovo cd, A Cla' (che sta per Claudio, un'autodedica), ci si domanda se abbia vinto il narcisismo o la malinconia di un sè lontano. Canta Baglioni: 'A Cla' lì ho lasciato te/così per un altro me... tu sì che eri un re/ io no, mai più come te...'.



Chissà se quel Cla' portava o no gli occhiali.



In viaggio verso se stesso
In 12 brani, il nuovo album
Fra il serio e il faceto, Baglioni dice: 'Questo chiude la trilogia'. Dopo Oltre (1990) e Io sono qui (1995), il 12 novembre sarà nei negozi l'ultimo disco di un progetto musicalmente ambizioso che è partito dieci anni fa. Il nuovo album si intitola Viaggiatore sulla coda del tempo (sopra, la copertina), 12 brani di sonorità etniche, melodie e ritmi trascinanti.


segnalato da Andrea

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