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Rassegna stampa - domenica 27 settembre 1998 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su -pagina web-, http://suburbia.microsys.it/tr - 27/09/1998


CLAUDIO BAGLIONI IN CONCERTO A NAPOLI



di Silvia Lamberti

"Fammi andar via", dice in una delle sue canzoni. Eppure il viaggiatore
della musica, che ha sostato in poche stazioni, raggiungendo migliaia di
cuori, non aveva proprio voglia di tirare già il sipario.
L'emozione, che nulla ha a che fare con la ripetizione di un copione ( i
successi di Roma, Milano, Palermo) deve averla sentita tutta.
E forse proprio quella spinta naturale, che viene dal cuore, deve avergli
messo un motore alle gambe. Regalando un ultimo giro di campo, tutto di
corsa, agli spettatori del S.Paolo, sulle note struggenti de i " titoli di
coda".
Poi gli ultimi fuochi d'artificio, tra colori e fumi, lo hanno portato via,
per sempre, alla vista del pubblico.
Tra gli spalti tanti 40enni, pronti a darsi un tono per non mostrare una
commozione palese e le nuove generazioni, della sempre verde " era"
Baglioni, con nello sguardo tutta la magia dell'evento appena trascorso.
Un' ultima tappa a Napoli, per il suo " da me a te".

Nella città… che cerca il riscatto, pronta ad accogliere tutti e che lo ha
accolto, coccolato, amato, come solo chi vive la dura realtà… partenopea sa
fare.
A loro, come a tanti arrivati da ogni angolo d'Italia, per lasciarsi cullare
dalle sue melodie, ha fatto vivere tre ore e mezza di emozioni.
Già prima che lo spettacolo prendesse il via gli striscioni messi lungo gli
spalti offrivano un'idea del feeling che lega Claudio ai suoi fan.
"Un coro di voci per un solista di sogni", " Oggi compio 30 anni, il viaggio
della mia vita è sempre con te", "Arriverderci...un appuntamento verso il
blu",  "Claudio sei il mago dei nostri sogni". Anche Napoli, soprattutto
Napoli ha voluto fa sentire la sua voce. " Con te anema e core-clabber
Napoli", " Napoli  reginella d'Italia", "CLAUDIO REGINELL@MENTE CON TE", il
saluto speciale della mailing list che riunisce sulla rete Internet tutti
gli appassionati del cantautore, sempre a caccia di notizie e curiosità… che
lo riguardino.
Li lega, passando da Napoli a Roma, dall'Elba alla Svizzera, sino ad
approdare a Malta, il sottile filo di una vera, autentica e pulita passione.
Un'iniziativa pronta ormai a fare concorrenza al sito ufficiale di Clab,
l'associazione culturale fondata da Baglioni per accorciare le distanze con
il suo pubblico.
I baglioniani non dimenticano Battisti. " Claudio nella tua voce splende la
luce di Lucio", " Da Lucio a Claudio, ancora tu per mille giorni di te e di
noi".
Tutto il cast: musicisti, acrobati, ballerini, ginnaste, compiono il loro
ingresso trionfale sulla scena del S. Paolo.
Alla tristezza conclusiva ha fatto da contraltare in apertura il dispiego di
ogni mezzo possibile. Una parata di camion, elevatori, biciclette, e la
copia della sua Camilla.
Poi sono le note di " Strada facendo" ad accendere subito l'atmosfera.
In tribuna ad applaudire Claudio, "core de mamma", i genitori, l'ex moglie
Paola Massari ( cui lo stadio qualche ore prima ha tributato il suo affetto
con un lungo applauso), la compagna Rossella Barattolo, il figlio Giovanni.
Ed è un inedito Baglioni junior, tinto di biondo, ad accompagnare il padre
alla chitarra, non solo nell'esecuzione di Bolero, come fatto in precedenza,
ma anche ne " le vie dei colori".
Molte le innovazioni portate alle coreografie, ma la vera sorpresa è
l'effetto dato dalle luci che avvolgo, avvicinano, legano il pubblico all'
artista.
Il tempo corre inesorabile e alle performance sado-maso di " Domani mai",
con ballerine semi nude dagli occhi bendati, si contrappone il tepore degli
esordi. Solo sul palco, con un microfono e uno sguardo alla memoria il
Baglioni di "Quante volte".
" Potrebbe essere una nuova nascita...", annuncia così " Avrai", simbolo del
suo legame più forte, Giovanni. Un momento importante per lui e per tanti
che attraverso quelle strofe fanno un bilancio del loro viaggio nei legami
familiari, nella cabala del destino, sul loro percorrere la vita.
La sera scorre e così la scaletta del concerto. Ma dagli spalti di uno
stadio gremito non c'è tempo per nessuna interruzione, nessun silenzio.
Quando scompare in una delle quattro buche ricavate nel palco a mò di stella
polare, c'è subito pronto il coro dell'alé oh-oh.
E'un modo per comunicare che proprio Baglioni ha trasmesso al suo pubblico
qualche anno fa e che ora scatta immediato, rompendo le distanze.
" E' il più bello degli applausi"- dice tornando fuori, pronto ad intonare
la canzone che tutti stanno aspettando: Reginella.
" Non l'ho mai fatta nei concerti -spiega- spero di ricordarla e che
qualcuno di voi mi aiuti." Quattro Pulcinella danzano alle estremità… del
palco e la magia si compie al suono della sola chitarra.
Qualche parola salta ma l'applauso fragoroso è pronto a colmare quel vuoto.
Tanti gli effetti speciali. Quel pianoforte dietro il quale si nascondeva
qualche lustro fa, ora si innalza in volo per " i vecchi", oppure viene
calpestato e accartocciato in " adesso la pubblicità…".
Brano che offre lo spunto per altri ammiccamenti, tra i vocalizzi spunta
anche qualche funiculì-funiculà e un "Ie te vurria vasà".Lo stadio danza
all'unisono ma si bea anche dei momenti più dolci, come quando sulle teste
volteggiano due angeli per la riscoperta " Gagarin".
Poi lo straniero accolto così amorevolmente dedica ai napoletani uno
spaccato di romanità immediata, con i suoni e le atmosfere di " Porta
portese".
Scherza indossando l'accappatoio con i colori che simboleggiano i suoi
percorsi: blu, rosso, giallo. " Io me ne vado in camerino, non ce la faccio
più, ho una certa et…!".E invece parte con "dov'è- dov'è", correndo lungo la
pista inseguito, corteggiato dai ballerini.
Baglioni prova a fare il misterioso sul distacco di cui si parla da un pò,
alimentato dall'ultima canzone composta per la conclusione di questa
straordinaria esperienza negli stadi.
" In ogni addio- dice- è sempre sottinteso un arrivederci. Il grande
privile-gio di ogni artista è quello di lasciare qualcosa di sé".
Si fermano sul palco, ballerini e ginnaste, accucciati tutt'intorno ad
ascoltare " arrivederci o addio". Sono uno spaccato di quella umanità…che fa
da corolla più sù, in tribuna o in curva.
Nei bis c'è posto per " la vita e adesso" e per i fan è l'occasione di
intonare " Oi vita, oi vita mia", quando al termine del brano, inseguendo
pensieri, Claudio ne ripete il titolo.
Sarà pure giunto il momento degli addii ai mega spettacoli negli stadi. Di
certo ha voglia di recuperare un rapporto più intimista con il pubblico
pensando ad una sorta di instant show. Di sicuro non si ritirerà…
sull'Aventino per molto tempo.
" Io sono qui" dice nel finale, rimarcando proprio quell'essere presente
nella vita di ognuno.
Le luci stanno per spegnersi, non prima di un'iniezione di energia con i
suoi" ciao" a ritmo con i fuochi d'artificio che partono a bordo pista.
Per lui anche un " Mitico Baglioni forever" che si illumina sotto la curva B
ed una pioggia pirotecnica.E poi... come fare a mettere un punto. Forse si
può solo con "tamburi  lontani"... " ... il tempo vince sempre il tempo lui
soltanto si muove e noi restiamo immobili finché ci porta un suono atteso
chissà quanto e ci promettiamo indivisibili...".


segnalato da Fabrizio & Anna Lina

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