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Rassegna stampa - venerd́ 25 settembre 1998 |
ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001 |
Pubblicato su
La Repubblica (Napoli) - 25/09/1998
In repertorio alcuni dei brani più famosi dell'artista: "Li dedico a chi non ha avuto fortuna".
Reginella a Poggioreale
Baglioni, un'ora di spettacolo nel carcere
di STELLA CERVASIO
Un assolo con Reginella, cui il popolo di Poggioreale ha risposto al grido di Surdato 'nnammurato. Poi il rosario sgranato di classici da lucciconi, perché Baglioni è emozioni dimenticate, è il tempo che è passato: E tu, Amore bello, Sabato pomeriggio, Mille giorni di te e di me e persino quell'Anima mia che l'ha portato a diventare "incredibilmente dopo tanti anni rivelazione televisiva '97".
Dopo Edoardo De Crescenzo e Pino Daniele, anche Claudio Baglioni, armato di sole due chitarre e un piano elettrico, ha varcato le soglie del carcere di Poggioreale per tenere un concerto "fuori dallo stadio, dedicato ai meno fortunati". I detenuti, alcune centinaia, hanno assistito al one man show seduti nella chiesa del penitenziario, durato un'ora (dalle 16) con 14 canzoni dedicate al penitenziario più affollato d'Europa. Poggioreale al momento conta 1800 detenuti (in tutta la Campania ve ne sono 5000), nelle prime file c'erano il presidente pro tempore del Tribunale di sorveglianza campano, Angelica Di Giovanni, l'ispettore generale delle carceri de la Campania Giuseppe Brunetti, magistrati di sorveglianza, l'assessore D'Agostino e il consigliere regionale Samuele Ciambriello. Baglioni, cavaliere nero più che mai, ha dedicato Porta Portese a Roma e Reginella a Napoli, e dopo il concerto ha detto: "Darei venti delle mie canzoni, per aver scritto quella".
Ma prima ha fatto un riepilogo di ciò che era accaduto fuori: abbaglionamenti e "cammei" in spettacoli di altri, fino a quello stesso che aveva in programma per ieri sera di intervenire al concerto dei Choir Swingers, i cameristi del San Carlo, per intonare Oh, happy days avendo come sfondo l'anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere.
"Il concerto a Poggioreale è stato bellissimo - ha detto il cantante - mi ha dato grande serenità, mentre stamattina ero molto amareggiato". Sull'altare della cappella carceraria, coperto e trasformato in un palco, Baglioni aveva anche raccontato le sue ultime imprese: "Suonando con parrucca e pizzetto non mi ha riconosciuto nessuno. Due turisti mi hanno fotografato. Però almeno mi hanno dato dei soldi: 13 mila lire, ci pagherò le tasse". Episodi su cui ironizzare, e altri deludenti: "Ieri abbiamo cercato di fare i musici ambulanti su un bus. Ma abbiamo incrociato un corteo più serio (quello di un gruppo di disoccupati, n.d.r.) e mi sono beccato anche qualche epiteto non piacevolissimo. Prendendosela con me, purtroppo, non risolveranno i loro problemi". Le polemiche sono continuate in serata, quando il senatore di An, Pontone, ha definito Baglioni "strumentalizzato dal sindaco Bassolino", per essere stato fotografato con il primo cittadino al San Paolo e sul balcone di palazzo San Giacomo.
Più distesa l'atmosfera nel penitenziario. I circa 400 detenuti - tutti coinvolti in un progetto di studio e informazione anche attraverso un giornale interno sulle tossicodipendenze - perlopiù giovanissimi, alla terza canzone erano in piedi a cantare con Baglioni. E lui ha tirato sugli acuti mentre cambiava le armonie della chitarra, ha preso in giro i suoi colleghi, si è rimesso di buon umore, anche perché Ischia (dove è stato concepito), gli ha concesso la cittadinanza.
Oggi pomeriggio, al San Paolo, ci sarà la prova cui si potrà assistere esibendo i biglietti che sono stati distribuiti alle associazioni del volontariato che si occupano di disabili.
segnalato da Anna Sorrentino