torna al menu
stampa
Rassegna stampa - venerd́ 10 luglio 1998 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

  <  elenco completo (595)   <  articoli pubblicati su La Repubblica (76)
  <  altri articoli scritti da GIACOMO PELLICCIOTTI (4)

Pubblicato su La Repubblica - 10/07/1998
www.repubblica.it


Baglioni il Faraone

Milano: piccolo, grande Claudio trionfa come a Roma In 75 mila ieri sera allo stadio Meazza: l'entrata a bordo di un'imitazione della vecchia "due cavalli" Camilla

di GIACOMO PELLICCIOTTI

MILANO - Dedicato a Franco Mamone, il promoter recentemente scomparso, e ad Aldo Stellita,
il bassista dei Matia Bazar morto ieri mattina per un tumore in una clinica di Milano.
L'organizzazione l'ha annunciato, subito prima dell'inizio del concerto, ai 75 mila che
ieri sera allo Stadio Meazza hanno cantato per tre ore insieme a Claudio Baglioni, come
già avevano fatto il 6 e il 7 giugno i fan romani allo stadio Olimpico.
Il divo Claudio fa un'entrata da Topolino disneyano su una due cavalli giallo e nera, che
è una replica della sua vecchia Camilla. A Roma era arrivato su un camion, ma è una
differenza da poco, come sono trascurabili le altre piccole diversità che si possono
riscontrare durante la trionfale serata che inizia, come all'Olimpico, con l'allusiva
Strada facendo. L'unica vera differenza sta nel contenitore: meno dispersivo e ampio dello
stadio dove giocano Roma e Lazio, il Meazza permette durante il campionato di vedere anche
in faccia Ronaldo e Weah, a volte anche di sentirne il respiro affannato durante
un'azione.
E così le quattro punte della stella-palco occupano tutto il catino di San Siro,
smantellato del prato e ridotto a una poltiglia di fango. L' effetto è desolante, quasi
lunare. I megapalchi più recenti di Eros Ramazzotti e dei Rolling Stones mancati
occupavano solo un lato del quadrilatero. Più ambizioso, Claudio Baglioni si è preso tutto
lo stadio. E le lunghe pedane che si prolungano fino a lambire le prime file degli
spettatori in festa sembrano le rampe di lancio della portaerei Saratoga.
Quasi identica la scaletta delle canzoni. Invece di Porta Portese, a Milano Baglioni
recupera la datata Gagarin, ma è un particolare di poco conto. C'è anche il figlio
Giovanni che pizzica la chitarra in Bolero. Cambiano i numeri delle ginnaste del Coni,
ridotte per mancanza di spazio. Ma in compenso ci sono i funamboli abbigliati in costumi
sgargianti che camminano sui trampoli in Acqua della luna e in un altro paio di episodi.
Per il resto è l'iperbolica rappresentazione già acclamata da 120 mila persone di tutte le
età nella doppia esibizione all'Olimpico.
Rispondendo a un fan, lo stesso protagonista ha definito "esageratissimo" il suo concerto.
Al cantautore romano piace esagerare, come in un circo, come in uno stadio durante un
derby appunto. Solo che invece delle due squadre rivali c'è lui come unico demiurgo, al
centro dei suoi musicisti, ballerini, ballerine, ginnasti, acrobati e mangiafuoco. Il
concerto non è più solo concerto, ma un musical televisivo con pregi e difetti. Il primo
ad esserne cosciente è lo stesso Claudio, addirittura titanico nel sostenere in modo nuovo
il ruolo dell'entertainer che canta. Il rock è diverso e personaggi come U2, Prince o
Peter Gabriel hanno già proposto esempi di spettacolo totale vicino all'arte più
spericolata.
Ma Baglioni si rivolge a un pubblico differente, multigenerazionale, tra Sanremo e la
musica più sofisticata. La sua vocalità erede dello stornello, che oggi sconfina in
qualcosa di più alto, non si vergogna di puntare allo show da schermo domestico. Dopo
l'esperienza rivelatrice di Anima mia al fianco dell'amico inseparabile Fabio Fazio,
dichiara spavaldo: "Ci saranno anche spunti kitsch e magari non perfettamente riusciti nel
mio concerto, ma non intendo per questo rinunciare a un certo gusto televisivo magari
criticabile. Bisogna provarci, invece di fare gli snob e andare poi in tv solo per
promuovere l'ultimo disco, come fanno tanti miei colleghi". Baglioni dice di volersi
finalmente divertire come un bambino, anche perché ha "lavorato tutta la vita per farsi
un'infanzia felice". E le cifre gli danno ragione. Cinque milioni di telespettatori per la
diretta dall'Olimpico. Chissà quanti ancora dopo la diretta su RaiDue di ieri. Solo con le
due uscite tv, può pagarsi le spese della faraonica produzione. E con i quasi duecentomila
spettatori tra Roma e Milano, può godersi un introito che viaggia sui 15 miliardi. Per
questo, invece di rifare il solito lungo tour d'estate, ha preferito concentrare tutto se
stesso sul doppio, colossale evento. Per questo, prima dei concerti, si è sottoposto a un
tour-de-force che pochi altri avrebbero sopportato. Ha risposto a viva voce alle lettere
dei fan, ha fatto blitz canori sui tram, ha suonato per i detenuti di Regina Coeli e San
Vittore, ha parlato nelle università e nelle librerie. Sarà anche narcisista e
autocelebrativo il bel Claudio, ma quando il successo è così corale ed esplosivo, ogni
critica diventa difficile.

segnalato da Caterina

  <  elenco completo (595)   <  articoli pubblicati su La Repubblica (76)
  <  altri articoli scritti da GIACOMO PELLICCIOTTI (4)