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Rassegna stampa - giovedì 9 luglio 1998 |
ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001 |
Pubblicato su
Corriere della Sera, SPETTACOLI - 09/07/1998
rcs.it/corriere/
EVENTI Sessantamila fan stasera per il cantautore che replica lo spettacolo dell'Olimpico
(ancora diretta Raidue, ore 21)
Baglioni: trasformo San Siro in un circo
Acrobati e mangiafuoco nel concerto milanese. Ma niente arrivo in camion
di Mario Luzzatto Fegiz
MILANO
Stasera alle 21.00 allo Stadio di San Siro davanti a 60 mila spettatori, trasmesso
nuovamente in diretta da Raidue Claudio Baglioni presenta «Da me a te», versione
«milanese» riveduta e corretta (ma non troppo) dello show andato in scena il 6 e 7 giugno
all'Olimpico di Roma. Perché il bis di Baglioni a Milano? «Fin dall'origine del progetto -
spiega il cantante - avevo pensato al Meazza. Ma c'era un problema con le date degli
Stones. Al concerto di Roma Galliani, nella sua qualità di dirigente del Milan, mi ha
rinnovato la proposta di portare lo spettacolo a San Siro. Ho aderito con entusiasmo anche
perché San Siro offre, a livello scenografico, una fruizione dello spettacolo diversa».
«Ed è proprio questa diversità - aggiunge il direttore di Raidue Carlo Freccero - che mi
ha indotto a dare nuovamente le telecamere a Baglioni».
Ma cosa cambia rispetto all'Olimpico? Sul piano scenografico molto: le 4 punte del palco a
forma di stella polare di 1200 metri quadrati toccano le prime file. Il palco poggia su un
parterre che è tutto fango e terra (l'erba è stata rimossa per la manutenzione estiva e
quindi il paesaggio è in qualche modo lunare). San Siro apparirà come un teatro dove tutto
il parterre è palcoscenico. Ovviamente la mancanza di spazio costringerà Baglioni ad
abolire l'arrivo in camion con band e il giretto nella vecchia «Camilla» che però dovrebbe
apparire in scena. Le ginnaste saranno 60 anziché cento. Ma in compenso molte canzoni
saranno sottolineate da numeri di artisti circensi e mangiafuoco.
Identiche le altre risorse: band di sei elementi, più 5 fiati, 5 archi, 16 ballerine,
quattro ballerini, cento ginnaste del CONI... Quasi identica a Roma la scaletta musicale.
«Acqua dalla luna» eseguita con mantello tipo mago e le ballerine con lunghi veli; «Notte
di note» con luci abbacinanti e le ginnaste; «Domani mai» riavrà i ballerini che alla fine
confinano Baglioni in una sorta di gabbia. E naturalmente la ristrutturazione musicale di
molti classici: chitarra (e non più pianoforte) per «Avrai», fiati per «Tamburi lontani»,
entrambi per «Noi no» e «La via dei colori» (con Baglioni al tamburello). Poi i medley dei
grandi successi (Da «Amore bello» a «E tu come stai») e la versione minimalista per
organetto di «Questo piccolo grande amore». Due canzoni sono state aggiunte: «v.o.t.» e
«Gagarin».
Intanto alcune valutazioni espresse da Baglioni l'altro ieri su impresari e promoter «che
spesso non hanno una gran testa e ammassano migliaia di persone come vacche,
infischiandosene delle conseguenze» ha provocato una serie di vivaci reazioni. «Il
cantante romano - dice Claudio Trotta - si serve di un promoter che organizza i concerti
in venti giorni e che non è neanche iscritto all'Assomusica». Mimmo D'Alessandro:
«Baglioni da 40 anni vive grazie ai promoter». E Massimo Granigni, presidente di
Assomusica: «Baglioni si occupi solo di cantare». A difendere Baglioni rimane solo Adriano
Aragozzini, ex patron di Sanremo, che organizza i concerti dell'artista.
segnalato da Caterina