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Rassegna stampa - mercoledì 8 luglio 1998 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su L'Unione Sarda - 08/07/1998
www.unionesarda.it

MUSICA: Il cantautore incontra fans e studenti a Milano dove terrà un concerto

Piccole grandi storie



di I. M. T.

foto «Ci sono promoter che ammassano migliaia di persone spruzzandogli addosso gli idranti come alle vacche infischiandosene delle conseguenze». La stoccata di Claudio Baglioni contro gli organizzatori di concerti arriva alla fine di una lunga "lezione" tenuta ieri davanti agli studenti dell'Università Statale nell'Aula Magna del Centro Studi di Via Valvassori a Milano.
«A volte - ha detto Baglioni che giovedì suonerà allo Stadio Meazza - è un miracolo se non succedono tragedie. Quello che si è visto in Piazza San Marco con i Pink Floyd o all'areoporto dell'Urbe per gli U2, dove è morta anche una persona, non si deve vedere più».

Poi è ritornato sulla sua polemica riguardo alle difficoltà per ottenere l'Olimpico e si è detto pentito delle frasi durante la diretta tv. «Ero pieno di adrenalina - ha detto - forse avrei fatto meglio a non dire nulla, ma le difficoltà incontrate sono state tante».

Prima Baglioni aveva parlato di sé e del suo tentativo di essere accettato per quello che è, un divo, cioè - come dice lui - «un diverso, uno che spinge sull'eccezionale e nello stesso tempo cerca di essere normale». Uno che vorrebbe provare a suonare «porta a porta», nei tinelli delle case, «fare tanti piccoli concerti per due o tre persone». Ma anche uno che «quando attacca a parlare non la smette piu».

E allora via libera a tante piccole storie di un divo tornato al successo nell'era della tv totale: «Il mezzo più comunista che abbiano inventato perché lì sul video appartieni a tutti e tutti credono di possederti».

Lui oggi si lascia possedere con moderazione ma negli anni Ottanta aveva pensato di ritirarsi come hanno fatto «altri colleghi che sono diventati una sorta di ectoplasma». «Pensavo di ritirarmi - ha detto - e di tanto in tanto mandare qualche messaggio al mondo in forma di cd».

Poi le cose sono andate diversamente. Quello che non è mai cambiato è invece l'assalto dei fan «che a volte - dice - ti fanno sentire in colpa. Quando ti chiedono l'ennesimo autografo ricattandoti moralmente con frasi del tipo «non sai quanti soldi mi ha fatto spendere mia figlia per i suoi dischi».

Rispondendo alle domande dei ragazzi, sempre interessati e attenti, Baglioni ha parlato dei suoi inizi. «A 16 anni - ha detto - suonavo perchè volevo che le ragazze mi guardassero e che i ragazzi mi rispettassero».

Poi il primo "provino" bocciato da Ettore Zeppegno, direttore artistico della Rca: «Ricordo ancora - ha detto Baglioni - il disco di prova con su scritto "questo qui non farà mai niente"». Ma gli errori dei discografici sono stati tanti Piccolo grande amore ad esempio doveva essere solo un lato «B» e invece...



segnalato da Caterina

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