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Rassegna stampa - venerd́ 12 giugno 1998 |
ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001 |
Pubblicato su
La Repubblica - 12/06/1998
www.repubblica.it
Si è avverato
il sogno
del suo popolo
Come a piazza di Siena, sedici anni fa
di ERNESTO ASSANTE
ROMA - Strada facendo Claudio Baglioni è arrivato allo Stadio Olimpico. Ma molti degli
83.000 che hanno affollato gli spalti avevano già vissuto il loro momento magico nel 1982,
quando in 150.000 avevano affollato Piazza di Siena per assistere al concerto finale del
tour "Alè-oo". Certo, i tempi sono cambiati, Baglioni non è più quello di allora, ma il
suo popolo non è poi troppo diverso. Piazza di Siena Baglioni la ricorda in apertura,
facendo intonare "Alè- oo" a tutti, dicendo che aveva preso un impegno, che aveva fatto
una promessa, che il lungo sogno oggi si avvera e che allora come oggi lui è pronto a dare
il meglio. Molti di quelli che c'erano in quello storico concerto gratuito ci sono ancora,
alcuni arrivati con le famiglie, altri addirittura con un visibile striscione che recita
"Piazza di Siena, ci siamo ancora". Molti altri sono per la prima volta ad un concerto di
Baglioni, perché sono giovani o giovanissimi, fan dell'ultima generazione, che conoscono a
memoria, però, ogni canzone, anche le più vecchie, e fanno a gara a cantarle meglio delle
mamme o delle zie che hanno accanto. Mai come in questo caso si può essere certi che il
pubblico di Baglioni ha un'età variabile tra i 9 e i 90 anni, e tra generazioni diverse
non c'è differenza. Le canzoni sono il "comune sentire" degli ottantamila dell'Olimpico.
Cantano tutti, cantano tutto, da Strada facendo a Avrai, da Poster a Tamburi lontani, da
Porta portese all' immancabile Piccolo grande amore che arriva ad aprire i richiestissimi
bis e che trasforma il concerto di Baglioni nel concerto del pubblico. Che per comunicare
con Baglioni usa l'unico strumento possibile, quello degli striscioni. Lungo tutto il
perimetro dello stadio sono centinaia, ognuno con un messaggio diverso, qualcuno creativo
e cinematografico ("Un concerto lungo un sogno"), qualcun altro più semplice e diretto
("Claudio, sei er mejo"), qualcuno geografico (sono arrivati a Roma da ogni parte
d'Italia), altri del tutto romaneschi, perché alla fin fine "Claudio" è nel cuore della
città. Roma festeggia suo figlio Claudio con un entusiasmo assoluto, con un interminabile
coro che lo accompagna dall'inizio alla fine, anche quando Baglioni intona Uomini persi, I
vecchi, Ninna Nanna, Fammi andar via, anche quando la musica diventa più raffinata e meno
cantabile.
La tribuna Vip è piena di personaggi celebri, dai Romiti, padre e figlio, a Gasparri, dal
Sindaco Rutelli al Vicepremier Veltroni, da Sabrina Ferilli e Anna Galiena, a Dalila Di
Lazzaro e Paola Barale, per arrivare a Pescante e Carraro. Tutti battono le mani, alcuni
cantano, si lasciano coinvolgere dall'entusiasmo. Altri vanno a salutare papà e mamma
Baglioni, arrivati prima di tutti in tribuna, emozionati, soddisfatti. Quando Baglioni
chiude con Io sono qui, il coro diventa travolgente, ogni ragazzo, ogni signora, ogni
bambino intona il ritornello. "C'ero anch'io", potranno dire, come a Piazza di Siena
sedici anni fa, a celebrare il trionfo del più popolare dei nostri cantautori.
segnalato da Caterina