torna al menu |
|
Rassegna stampa - domenica 8 giugno 1997 |
ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001 |
Pubblicato su
TV Sorrisi & Canzoni - 08/06/1997
Claudio Baglioni
di Patrizia Ricci
"Ho messo in copertina le zeppe con la bandiera americana, il vero e unico simbolo di questo disco". Claudio Baglioni parte dalle "estremità inferiori" per parlare dello stupefacente disco che ha messo insieme dopo il successo della trasmissione culto "Anima mia". E racconta: "Nel 1973 ero a Parigi per registrare "E tu" con Vangelis. Lavoravamo di notte e io alla mattina, visto che non riuscivo a dormire, andavo in giro per la città. Un giorno al mercato delle pulci ho visto questi "stivalotti" con la bandiera americana. Ci ho girato intorno un sacco, con la voglia di prenderli e di metterli. In quel momento però avevo l'etichetta del cantautore delle canzoni d'amore, dei palpiti giovanili e
nessuna possibilità di sbizzarrirmi!".
E' proprio strana la vita: dopo tanti anni di onorata carriera uno si sveglia una mattina e canta "le caprette ti fanno ciao". "Se è per questo", scherza Baglioni, "ci sono anche "gli amici di montagna mu mu ci ci e be be", Mi sono innamorato di queste canzoni, al di là del testo e quasi non mi accorgo di quello che sto cantando. E penso che anche gli ascoltatori non ci facciano più caso". Un disco preparato in sei settimane, un record per un artista che compone e studia con magica lentezza: "Se fosse stato un disco originale", continua, "in sei settimane avrei scritto una preposizione, non so se articolata o semplice
La cosa che mi ha convinto a mettere in cantiere questo lavoro era la possibilità di fare dei viaggi musicali, una sorta di giro del mondo in cui gli echi, le impressioni si mischiano senza un senso logico. Perché, in fondo, questo disco non ha nessun senso e non ha senso averlo fatto".
Sicuramente quello che ne è uscito è un album insolito, con arrangiamenti curiosi e sofisticati, che esce dall'appiattimento generale. Soprattutto se si pensa che a proporlo è un artista come Baglioni che, dopo "Anima mia", continua a rimettersi in gioco.
All'indomani dell'"esordio" televisivo dell'artista romano, la domanda che girava fra gli addetti ai lavori e buona parte del pubblico era: "Ma Baglioni è impazzito?". "Ho smesso di chiedermi perché", risponde lui, "sono tutte domande che non portano a nessuna risposta. Non sarebbe mai accaduto se non ci fosse stata una serie di fatti. L'incontro con Fabio Fazio e la voglia di fare qualcosa insieme in Tv. Poi, l'idea di raccontare gli Anni '70. Chiaramente io non ero per niente convinto del mio "talento" e ho detto a Fabio: "E io che ci vengo a fare in Tv, visto che non so fare niente?". Lui mi ha proposto: "Vieni a una puntata e suona qualcosa all'organo Bontempi". Poi
è andata!".
Il resto fa parte ormai della storia della televisione, è il resoconto di un successo. "E' una cosa curiosa", continua Claudio, "io non ho avuto la sensazione di vivere tutto questo successo, ed è stata una fortuna. La verità e che mi sono divertito moltissimo. Anche se coltivo ancora dubbi fortissimi sulla Tv in genere". Una Tv che scopre che la rivisitazione degli anni e dei fenomeni del passato paga in termini di ascolto e che sta creando una sorta di industria della memoria: "Parlando con una amico francese, mi diceva che nel suo Paese sono due anni che mettono in onda programmi sulla nostalgia. Secondo me durerà fino al 1999 poi, con la fine del Millennio, scomparirà. Forse è un'ansia nei confronti del futuro, che non ci sappiamo figurare. Il passato, invece, ci dà la sensazione di essere esistiti, di aver vissuto".
E come viveva Baglioni negli anni '70? Qual è la sa memoria privata? "Quegli anni per me significano soprattutto il mestiere che cominciavo a fare. Tutto si mischia terribilmente e io, a dire il vero, ricordo con più chiarezza gli anni '60. Nel '70 è arrivato il primo disco di successo che mi ha cambiato la vita. Da un momento all'altro ti accorgi del cambiamento, vieni riconosciuto da gente che tu non conosci. Poi c'è stata la contestazione e anche se io non ero uno che tirava le pietre
".
Ecco un altro punto controverso, perché recentemente Baglioni ha dichiarato di essere sempre stato di sinistra, lui che non si era mai scoperto: "E figuriamoci, sembra che abbia detto "la frase del secolo"! La verità è che trovo ininfluente nella vita di una persona essere di destra o di sinistra, di sopra o di sotto. E poi con tutti i limiti che hanno queste definizioni
Più che altro, faccio parte della categoria degli "irregolari", di coloro che non sono mai stati messi da nessuna parte o, di contro, messi ovunque, come pacchi postali trasferiti a tutti gli indirizzi possibili. Così a un certo punto ho detto: "Vabbè, se volete proprio saperlo vi dico quali sono stati in linea di massima i miei pensieri. Tutto qui".
E' proprio strana la vita: si è convinti di avere di fronte un personaggio che il tempo, la consuetudine e la vita che passa hanno già incanalato lungo percorsi prevedibili e invece ci si ritrova alle prese con un uomo che, malgrado anni di interviste, commenti ed esibizioni pubbliche, riesce ancora a stupire e a raccontarsi con guizzi imprevedibili. Che cosa dobbiamo aspettarci ancora? "Adesso riprendo il mio mestierino che è l'unica cosa che ho veramente. A settembre entrerò in sala d'incisione con la speranza di mantenere quel sorriso che ha caratterizzato la lavorazione di "Anime in gioco"".
segnalato da Madda