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Rassegna stampa - giovedì 13 febbraio 1997 |
ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001 |
Pubblicato su
L'Unione Sarda - 13/02/1997
www.unionesarda.it
Impermeabili al passaggio dei tempi...
di FABIO MARIA CRIVELLI
Impermeabili al passaggio dei tempi, insensibili ad ogni critica, cristallizzati nelle loro forme come i personaggi del Museo delle Cere, quelli del Bagaglino sono tornati sul video, davanti ad una platea gremita di vip, convinti di far risalire le azioni un po' in ribasso di Canale 5. Il loro nuovo programma s'intitola, con un certo dispregio per la decenza, Viva l'Italia. E subito vien fatto di chiederti "ma quale Italia? ". Quella che per anni ha portato alla ribalta della finta satira gli Andreotti, i Craxi, i vari big della prima Repubblica, e quella che adesso, con le stesse maschere, gli stessi attori, le stesse insulsaggini prende in giro, ma senza eccedere, i protagonisti della supposta seconda Repubblica, i Berlusconi, i D'Alema, i Bossi, e, allargando il campo, anche i momentanei eroi della Tv, Gad Lerner, l'Annunziata, Lilli Gruber, Bruno Vespa? I In un calderone carnevalesco si è visto di tutto e poco importa se ora Pippo Franco fa il medico dei pazzi, Leo Gullotta smessi gli abiti della signora Leonida è diventato "Madame" e Oreste Lionello invece di imitare Andreotti fa la caricatura di Berlusconi. Il gusto, lo stile, la volgarità sono immutati e immutabili; quando uno dei personaggi dice che "rischiamo di prenderla in Kohl" la platea ride a crepapelle e allora ti viene la voglia di dire ma quando mai "Viva l'Italia", abbasso invece questo tipo di Tv, è ora veramente di smetterla, di spegnere il televisore, se proprio non c'è altro da vedere.
E in verità molto di meglio è faticoso da cercare perché anche la Rai di colpi bassi non te ne risparmia. Di Domenica in abbiamo già detto fin troppo, e quindi non vale la pena di soffermarsi sulle ultime disavventure di questo contenitore, meglio sorvolare sulle sconcezze a ruota libera di Zucchero, sul corpetto scoppiato della Wendy con visione di tette in libertà, sui falsi rossori della Mara Venier. Così come è inutile dilungarsi a cercare un minimo di novità nei Cervelloni del sabato, con Magalli sempre uguale a se stesso, pieno di buona volontà ma vittima dei copioni scritti da gente senza né fantasia né voglia.
Peggio ancora se le sorprese più sgradite ti arrivano da programmi che dovrebbero avere il marchio della qualità come Videosapere. . Perché può capitarti di assistere alle 13, all'ora del pranzo, ad una trasmissione su Raitre che ti serve in tavola un banchetto a base di necrofilia. Senza alcun nesso logico, senza un preciso motivo, i due autori di questo incredibile "documento" ti fanno sfilare sotto gli occhi le immagini più violente che le cronache mondiali hanno registrato in questi ultimi anni. Uno spettacolo che è pure esaltazione della morte, del sangue, della sofferenza. Impiccagioni, fucilazioni, mutilazioni, la versione "integrale" del suicidio in diretta di Bud Dwyer che si sparò in bocca davanti alle telecamere. Con l'aggravante di commentare le sequenze più orride con versi danteschi tanto per dare un senso al titolo della puntata, Inferno 2000.
A ben guardare c'è una sola serata, almeno per quanto riguarda la Rai, che giustifica in pieno la spesa del canone. Venerdì Anima mia in quella che dovrebbe essere la penultima puntata ha ancora una volta dismostrato come dovrebbe essere uno spettacolo di varietà sorretto dalla fantasia e dalla bravura di chi lo scrive, lo dirige, lo interpreta. C'è stato divertimento, con bella musica, trovate gradevoli, momenti di allegria e anche un attimo di emozione. Quando Claudio Baglioni si è unito agli Inti Illimani cantando con loro "El pueblo unido jamas serà vencido" non ha retto all'emozione e si è voltato per nascondere le lacrime alle telecamere. E questo è bastato perché il solito cretino l'indomani l'accusasse di essersi fatto traviare da Fazio ed essere passato a sinistra, come per affermare che l'amore alla libertà e la rivolta contro i crimini delle dittature appartengono ad un marchio di unica appartenenza politica. Nella stessa serata, ma a ora tarda, anche Raitre ha offerto qualcosa che valeva la pena di vedere.
In Speciale perdenti ci siamo trovati davanti ad un Vittorio Gassman che nelle false vesti del fallito ha toccato i vertici della civetteria e ancora una volta, da "mattatore" che gli anni non domano, ha recitato, improvvisato, giocato, cantato, senza risparmiarsi, confessando paure e delusioni, momenti di grave crisi e lanciando messaggi pieni di saggezza sul teatro e sulle sue funzioni. Nelle vesti di giudici i bravi Claudio G. Fava, Gloria De Antoni e Oreste Fornari si sono rapidamente trasformati in complici ben attenti a lasciare che il grande Vittorio trasformasse il programma in una recita di eccezionale, memorabile levatura.
segnalato da Caterina