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Rassegna stampa - mercoledì 1 novembre 1995 |
ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001 |
Pubblicato su
Tutto - 01/11/1995
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Di baglioni ce n'e' uno...
di Cesare Romana
"Quello che manca, in Italia è la cultura dello stare insieme" , dice serissimo Claudio Baglioni. Lui sì che se ne intende : per tre anni,
staccato il telefono e abbandonata la sua casa romana, è rimasto acquattato in un suo rifugio segretissimo, irrangiungibile anche dagli amici, scrivendo e riscrivendo il suo nuovo album . Che s'intitola, con humor involontario, Io sono qui.
Personaggio carsico, il Claudio : a ogni disco che pubblica riemerge,rilascia interviste, ridiventa socievole, fa un tour. Poi torna a
inabissarsi, come un Orfeo dell'era tecnologica, per periodi che, di album in album, si fanno sempre più lunghi : cinque anni, per esempio, sono trascorsi tra il pletorico Oltre e questo nuovo disco : fascinoso, fortunatissimo (le prime 300 mila copie vendute in un solo week end),
ma soprattutto audace, per la foga da guastatore con la quale l'autore, forzati i confini più collaudati del "baglionismo", saltabecca tra jazz e Puccini , swing e bolero, dopo-wop e Caraibi. E intanto imprigiona sogni e ricordi in un reticolo non sempre districabile di allitterazioni, "calembour",
verbi intransitivi che diventano transitivi, irruzioni oltre gli steccati del perbenismo sintattico.
"Ho cercato di fare dei testi", spiega lui stesso, " che fossero soprattutto suono : rifiuto il mito del cantautore-poeta, anzi sono certo che in una canzone le parole siano più musica che poesia ". E,talvolta,cinema, musical : Io sono qui ha l'impaginazione e il ritmo d'un film a quattro parti, ciascuna aperta da un breve sceneggiatura salmodiata,
pochi versi che descrivono scenari, ambientazioni, ipotetici movimenti di macchina. E la trama? "E' come un film che racconta se stesso via via che viene girato, e più si inoltra nel racconto di sè, più ci si accorge che a essere narrata è soprattutto la vita. Non c'è una storia definita, ma un accavallarsi di storie e sentimenti , l'amore , un matrimonio finito, il mio lavoro. C'e' poi una morale, coagulata in due versi sui quali poggia tutto l'album. Il primo dice ' l'unica paura che resta del futuro è di non esserci',il secondo afferma che 'tra sparare e sparire scelgo ancora di sperare' ". Ma l'album parla anche di rifiuto dello star system e delle sue liturgie, un rifiuto che parrebbe confermato da quei bizzarri concerti tenuti , a bordo d'un camion, per le strade, e che sicuramente hanno contribuito al successo del disco "anche se", puntualizza Claudio, quasi la promozione fosse un crimine "erano stati decisi da tempo, non avevano scopi pubblicitari ".
Baglioni superstar pentita? " Beh, la liturgia mi ha sempre infastidito: anni fa, suonando l'organo a un funerale, attaccai un brano dei Beatles, e fu subito scandalo. Certo lo farò, un vero tour, tra dicembre e il '96, ma sarà
il meno rituale possibile : ballerò, farò il saltimbanco, cercherò di divertirmi e di divertire."
Altro tema inevitabile, i cloni di Baglioni. Parliamo dell'Anonimo Italiano?
"Che ci provi a cantare queste nuove canzoni, dalla tessitura così impervia.
Scherzi a parte : quando uscì trovai la cosa divertente, poi cominciò a infastidirmi quel suo mascherarsi e il sentirmi chiedere da tutti se l'Anonimo fossi io. Senza contare quanti soldi sono circolati, grazie a quel business bugiardo, finendo dove non dovevano.Male che vada, potrò semrpre andare a Re per una notte, la trasmissione di Sabani,come imitatore dell'Anonimo..."
Esiste allora un "cotè" polemico di Baglioni, insospettato. Anche se Io sono qui non ne reca traccia: "Non scrivo di politica perchè dovrei copiare da altri, più esperti in materia. Ma non è che non mi indigni quest'Italia senza correttezza, dove (mi è successo giorni fa) un tale ti chiede l'autografo e ti dice : ' A me non puoi negarlo',sventolando un tesserino della SIAE, l'emblema del suo potere. Quest'Italia dove tanti cantanti guadagnano milioni in nero, ma è a me, che non ho mai preso una lira sottobanco, che la Finanza viene a perquisire la casa...".
Ci resta un dubbio: quell'autografo è stato poi concesso?
segnalato da Silvia