torna al menu |
|
Rassegna stampa - sabato 3 settembre 1994 |
ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001 |
Pubblicato su
La Gazzetta dello Sport - 03/09/1994
rcs.it
Piove sul bagnato: è meglio ridere
di Claudio Baglioni
E' vero che i proverbi rispecchiano la saggezza di un popolo, ma è anche vero che a volte ne rispecchiano l'incitrullimento. Come si concilia "Chi fa da sé fa per tre" con "L'unione fa la forza"? O "Tanto va la gatta ecc." con "Chi non risica non rosica"? Ci sono cascati anche gli antichi romani che prima dicevano "In cauda venenum" e poi "Dulcis in fundo". Il proverbio era ed è il modo più elegante di chiudere una conversazione: "Chi va con lo zoppo impara a zoppicare". Punto. "E' l'eccezione che conferma la regola". Basta, chiuso. Nel nostro caso, però, i proverbi ci aiutano ad aprire la conversazione e, più precisamente, quelli che riguardano l'acqua di cui tenteremo di fornire una qualche spiegazione.
Tanto tuonò che piovve - L'espressione deriva dalla civiltà degli indiani d'America e si riferisce all'espediente trovato da uno stregone per provocare la pioggia. Visto che canti e balli erano inefficaci, pensò di suonare tutti gli strumenti a percussione del villaggio inventando così l'assolo di batteria. Un assolo che durò tre giorni finché Manitù decise di bagnargli le pelli per non sentirlo più. L'aneddoto, che si concludeva con un definitivo "Tanto suonò che piovve", veniva raccontato sempre dal vecchio saggio "Balla con la piorrea espulsiva" che, per una sua difficoltà a pronunciare la esse, modificò la frase finale nella forma che conosciamo.
Acqua passata non macina più - Questo proverbio si riferisce ad un oggetto: il macinacaffè ad acqua. Nel '700 infatti il caffè veniva macinato con un marchingegno che poteva essere toccato solo dal nonno. Chi aveva la fortuna di abitare nei pressi di un ruscello aveva il caffè tutto l'anno, ma chi abitava in città doveva aspettare la pioggia, altrimenti orzo. Che tenerezza immaginare il nonno, la mattina dopo il temporale, mormorare davanti all'oggetto sacro: "Acqua passata, non macina più"! I nostri genitori canticchiano ancora una canzone, dedicata al macinacaffè sul finire del secolo scorso: "Oh, when the Saints oh macinin...".
Tanto va la gatta al lardo... - (Che ci lascia lo zampino). Sembra che non abbia niente a che vedere con l'acqua, ma se si pensa alla frase originale ha diritto di figurare in questo trattatello. La frase originaria, del tardo Medio Evo era: "Tanto va la gatta al largo che ci lascia lo pattino" che commentava una pratica di certi popoli balnerari. Poi il largo è diventato lardo per cui, visto che pattino e lardo non avevano familiarità, qualcuno coniò il proverbio.
segnalato da Cristiana Borghi