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Rassegna stampa - giovedì 19 settembre 1985 |
ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001 |
Pubblicato su
Il Messaggero - 19/09/1985
www.ilmessaggero.it/
Pop. Baglioni, lo show di stasera a Roma, la sua travolgente tournée.
La mia estate di successo
di Fabrizio Zampa
Stasera alle 21.30, allo stadio Flaminio, Claudio Baglioni salirà in palcoscenico per il primo dei due concerti che concluderanno la tournée di maggior successo degli ultimi anni in Italia, e domani sera lo farà di nuovo, ma cantando in diretta per più di due ore davanti alle telecamere di Raiuno e per un pubblico dieci o venti volte più numeroso del già invidiabile milione di persone che da giugno a oggi, in 54 spettacoli, l'ha applaudito come il pop-singer numero uno dell'estate 1985. Il suo album La vita è adesso ha superato le 700 mila copie in tre mesi ed è sempre in testa alla hit parade, la Rai l'ha voluto come protagonista del primo spettacolo dal vivo che abbia prodotto direttamente. Come ci si sente. Baglioni, dopo una stagione e un tour del genere?
"Con una sorta di emozione rinnovata. L'emozione', però, stavolta non è la solita: alla fine di una tournée ci si arriva quasi con un senso di liberazione, ma anche con una specie di malinconia un po' melensa e un po' rognosa, un po' inutile. Stavolta è diverso. Un concerto di due ore e mezza dal vivo che sarà visto da milioni di telespettatori è un'altra cosa, diventa un nuovo stimolo e anche un alibi per non pensare a quella malinconia melensa, oppure a quella stanchezza di fine tournée. Il grosso evento alla fine ti fa moltiplicare le energie, specie dopo un viaggio di tre mesi come il mio, nel quale i chilometri sono stati tanti, 23 mila, e le ore di sonno poche".
Un record di spettatori, un disco che va fortissimo e che ancora prima di uscire aveva venduto, 300 mila copie su prenotazione, un grosso successo dappertutto: che vuol dire, che Claudio Baglioni è in questo momento la persona più amata dal pubblico italiano? "Non lo so. So che all'inizio ho provato un grande disagio. Quando succede una cosa del genere da una parte sei contento e pensi che la gente si fida di te, ma dall'altra ti spaventi. Vendere un disco a scatola chiusa fa piacere, però ti mette addosso un po' di paranoie, ti spinge a chiederti il perché. Io poi pensavo di aver fatto un disco abbastanza complesso, molto diverso dai precedenti, quindi ho provato disagio e anche stordimento, perché non credevo che avrebbe venduto così tanto. Le presenze ai concerti invece mi hanno confortato, perché quelle le senti, le vedi, sono palpabili. Anche nella tournée di due anni fa, quella di Alé-ò-ò, raggiungemmo la mitica cifra del milione di spettatori, ma con cinque o sei spettacoli gratuiti, come quello di Roma a piazza di Siena. Stavolta invece hanno pagato tutti, e quindi devo dire che sì, è stato un tour di proporzioni mai viste in Italia, una cosa grossa. Certo è stato lungo e difficile. In un viaggio del genere ci sono mille contrarietà, e devo confessare che certe volte ho avuto addirittura la tentazione di scappare via... "
Perché la gente si fida di Baglioni? "Io credo che non esistano più le chiavi, le regole scritte per attirare il pubblico soprattutto per tanti anni. Però io mi vanto di una cosa: di essere il più possibile attento a tutto quello che mi accade intorno. Credo che questo mestiere oggi stia diventando sempre di più una forma di artigianato: devi fare tutto con le mani, non è vero che l'industria è così potente, specialmente in un mondo come il nostro, con un pubblico come il nostro. Esistono regole dello show-business, sì, ma esistono in paesi come gli Stati Uniti, o l'Inghilterra, che da anni sono abituati a vedere la musica come un affare. In Italia invece bisogna essere artigiani delle proprie cose in tutti i sensi, e quindi non ti puoi limitare a cantare, suonare e scrivere delle canzoni. Devi stare molto attento e devi essere corretto in tutte le cose che girano intorno a questo cantare e suonare.
Insisto troppo sui particolari. Il fare bene diventa un fatto personale, una sfida fra me e me. Per esempio voglio tornare di nuovo a Torino, dove ho cantato due ore e quaranta, senza togliere neanche una canzone dal programma, però in condizioni vocali penose, tanto che il giorno dopo venne un otorino, un otorino di Torino, e mi disse che se non mi fermavo potevo dire addio alle corde vocali. Io invece ho continuato, con cori di gente che mi diceva "ti vogliamo bene e grazie lo stesso". Da una parte quei cori mi facevano piacere, mi davano calore, dall'altra erano come una coltellata, perché non avere voce per me è terribile. Il mio sogno ricorrente è proprio questo: restare senza voce oppure salire sul palco e suonare una chitarra senza corde che non emette nessun suono".
E adesso? "Adesso è dura. Dopo una sensazione e una situazione di successo come questa si ha la paura di non avere più banchi di prova. Io canto e suono da diciott'anni, e racconto sempre la storia del saltatore in alto; che deve mettere ogni volta l'asticella più in su. Solo che i primi anni migliora anche di quindici o venti centimetri, poi diventa questione di pochi centimetri, poi di millimetri, e alla fine l'asticella resta lì, col saltatore che la butta giù, la rimette su, la butta giù. Lo spazio di salita diventa sempre più piccolo, anche se secondo me aumenta lo spazio del divertimento e della soddisfazione personale. Io vorrei cominciare innanzi tutto a diventare un po' più musicista, perché negli ultimi tempi mi sono divertito di più a giocare con le parole. Poi vorrei inoltrarmi da un lato su un discorso tutto musicale e dall'altro su un discorso tutto di parole, magari separate dalla musica. Poi vorrei esplorare le commedie musicali, che da noi stranamente si sono fermate ai tempi del grande melodramma: pensare che dopo siamo stati praticamente noi italianetti a continuare questo tipo di teatro cantato...".
E poi? "Poi non lo so. Ci vorrebbe un po' di riposo, ma il riposo non esiste dopo una cosa del genere. Come fai a dormire? Non ci riesci, vai sempre a letto alle quattro o alle cinque di mattina anche se non hai niente da fare. Come puoi dormire dopo tre mesi come questi? Sei talmente carico che diventi come una lampadina accesa. E con la luce non si dorme".
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Faccia pulita
Buona fortuna
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La vita è adesso
Amori in corso
Notte di note, note di notte
Con tutto l'amore che posso
Sabato pomeriggio
E tu come stai
Solo
Avrai
Questo piccolo grande amore
Strada facendo
segnalato da Annamaria