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Rassegna stampa - marted́ 9 luglio 1985 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su Il Giorno - 09/07/1985
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Tifo da stadio, cori interminabili, padri e figli entusiasti: il concerto milanese del cantautore romano è stato un trionfo
TRENTAMILA IN DELIRIO A S.SIRO: C’ERA BAGLIONI


di Paolo Scarpellini

I giochi dell’estate canora sono fatti, e l’unico en plein finora (numero uno in hit parade, numero uno al botteghino) è quello di Claudio Baglioni. Sarà lui a meno di numerosi exploit da parte di Vasco Rossi, il vero trionfatore di spiagge, juke-box, piazze e stadi d’Italia. Non si vede infatti chi altri possa fermareil cammino di un cantante che in una Milano semideserta è riuscito a raccogliere trentamila persone in un colpo solo.

E’ quanto successo l’altro ieri, domenica, allo stadio di S.Siro, nel recupero della data prevista per martedì scorso. Problemi di voce hanno fatto slittare il concerto di cinque giorni, ma va detto che i mugugni sono stati pressochè nulli: a Bglioni, uno dei cantautori più amati da quindici anni in qua, si può perdonare questo e altro. ("Auguri!", ha gridato in coro il pubblico quando lui, all’inizio, si è scusato per l’inconveniente). Erano tre anni dalla turneè di "Strada facendo", che Baglioni non si presentava in pubblico. Forse per ripagare i fans della lunga attesa, ecco uno show imponente, a cominciare dal palco lungo 50 metri e profondo venti, con amplificazione di 70.000 watt e da settecento fari guidati dal computer: qualcosa che in Italia, per un artista "indigeno", raramente è dato di vedere.

Alle 20, un’ora e mezza prima dello spettacolo, le gradinate sono già gremite. Età media: diciott’anni. Netta prevalenza femminile, tifo da partita di calcio. Quando appare l’idolo, biancovestito e sempre in forma, è un boato unico.

Nel giro di due ore e mezza Claudio passa inrassegna le canzoni che hanno toccato il cuore di tanti adolescenti: piccole, innocenti poesie del quotidiano, sogni di viaggio e incanti banali. "Poster", "Amore bello", "Amodo mio", "W l’Inghilterra", "E tu", sono un coro unico di voci, braccia levate e accendini accesi. Baglioni, più che mai disinvolto, si muove sicuro anche fra qualche incidente tecnico.

Seduto al piano, sul quale è in vista un panda di peluche, o con la chitarra al collo, il cantautore romano snocciola una carriera di successi fra un pubblico entusiasta. "Fotografie", "Ninna nanna", "51 Montesacro", "Avrai" si alternano ai brani dell’ultimo album, "La vita è adesso", quello che ha già venduto 400.000 copie e pare non voglia fermarsi ancora.

Dagli spalti si levano a intervalli regolari inni e nenie di sapore calcistico: una volta tanto, i toni bassi, maschili, sono quasi del tutto assenti. Anche le teenagers più givani conoscono a memoria i testi. Se Duran Duran o Spandau Ballet attirano isterismi più che altro estetici, con Claudio si possono cantare le canzoni in coro. Alla fine, le ovazioni salgono alle stelle: "Strada facendo" e "Questo piccolo grande amore" sono intonati da tutto lo stadio, trentenni e quarantenni, madri di famiglie incluse.

segnalato da Beatrice Bellanti

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