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Rassegna stampa - lunedì 21 febbraio 1983 |
ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001 |
Pubblicato su
Dolly - 21/02/1983
Claudio Baglioni: uno splendido disco "live" da una trionfale tournée
Poeta degli stadi
"Alé-oó": l'incitamento del pubblico ha dato il titolo al nuovo LP del cantautore, che ha trovato la giusta dimensione di uomo e di artista
Tutto è cominciato in una sera di giugno dello scorso anno: Claudio Baglioni dopo anni di assenza e di silenzio si presentava emozionato e teso davanti al pubblico stipato nello stadio comunale di Genova. Un pubblico numeroso e affettuoso fatto di giovani e meno giovani, di genitori e figli accorsi insieme all'appuntamento con questo cantautore da oltre dieci anni sulla cresta dell'onda. Era la prima data di una tournée trionfale: la prima di cinquanta serate che avrebbero portato Claudio Baglioni in giro per l'Italia, a incontrare un pubblico vecchio e nuovo, in un crescendo di partecipazione e coinvolgimento.
"Alé-oó" era il grido d'incitamento della folla a Firenze, Torino, Milano, Bologna, Palermo, Bari, Venezia
E "Alé-oó" è il titolo dell'album doppio, registrato dal vivo durante questi concerti carichi d'atmosfera e ricordi, di amicizia e affetto.
"Non potevo scegliere un titolo diverso, è stata la gente a volerlo, testimoniando così una presenza entusiasta, una dimostrazione di amicizia che per me è indimenticabile", dice Claudio Baglioni, felice di questo risultato che certo non si aspettava.
"Quando è cominciata questa avventura non pensavo che ne avrei ricavato un disco", conferma. "Un album dal vivo è sempre il documento di un incontro felice tra chi sul palco suona e chi va ad ascoltarlo. E deve essere spontaneo, immediato, altrimenti perde il suo significato più vero. Per la prima volta mi sottoponevo a una simile tournée. Ho cantato i miei successi di tredici anni di lavoro, magari adattati ai tempi, agli stati d'animo. Il risultato è questo: non potevo sperare meglio".
Da "Signora Lia", una canzone dei suoi esordi nel '70, passando attraverso "Questo piccolo grande amore", "Poster", "E tu", sino ad "Avrai" la sua ultima canzone, dedicata al figlio Giovanni, nato nel maggio dell'82: motivi che hanno segnato un'epoca, sottolineato il nascere di nuovi amori, cantato momenti di vita in cui a tutti è possibile riconoscersi.
Ma come mai Claudio Baglioni ha atteso tanto, prima di decidersi ad affrontare il pubblico, che da sempre aspettava questo incontro? "Non so. Quando ero solo un ragazzo agli esordi mi sentivo ubriaco del successo che ottenevo. Ma a questa euforia, con il tempo, era subentrata la paura. Mi sentivo a disagio di fronte alla gente, temevo di essere giudicato, di non essere accettato. Poi qualcosa mi ha sbloccato. E quel qualcosa è mio figlio Giovanni. La sua nascita ha segnato per me un'evoluzione, un momento di crescita importantissima. Mi sono sentito carico di responsabilità nei suoi confronti, e al tempo stesso colmo di una gioia irripetibile che sentivo il bisogno di comunicare a tutti".
Da sempre, Claudio Baglioni canta le piccole e grandi cose di tutti i giorni. La sua attenzione va all'amore, all'amicizia, alla solitudine, alla vecchiaia. Ad attimi irripetibili colti in riva al mare o chiusi nella propria camera o ancora seduti al bar o nei viali di un parco... Per questo è stato definito un romantico e, a volte, è stato anche considerato troppo "zuccheroso". Ma lui non ha mai dato molto peso alle critiche, è andato avanti per la sua strada, limitandosi a spiegare: "Io sono come sono e scrivo di cose che sento, che mi emozionano, che entrano dentro di me. Le conservo e le ricordo, e magari le canto. Perché sono convinto che i sentimenti non siano una moda, ma qualcosa di eterno".
Di credere fermamente nei sentimenti e nell'importanza dell'amore lo ha dimostrato. Da sempre, infatti, non gli si conoscono altri amori oltre alla moglie, Paola Massari, una ragazza dolce e comprensiva, che non gradisce i clamori della vita mondana. Gli è accanto da quando erano solo due ragazzini e Claudio, timido e occhialuto, vestiva di nero e per questo i compagni lo chiamavano "Agonia". Insieme sono cresciuti, hanno affrontato i momenti belli e quelli più difficili. "Perché l'amore non è una nuvola rosa", spiega Claudio. "È fatto di comprensione e solidarietà, magari anche di noia. Tra me e Paola ci sono stati anche contrasti, tensioni, ma li abbiamo superati sempre insieme". La fedeltà per lui non è un'imposizione, dunque, ma una scelta che nasce spontaneamente, giorno per giorno, dalla forza di un rapporto sincero con la sua compagna. Un'intesa resa ancora più forte oggi grazie alla presenza del piccolo Giovanni.
"Scoprire il difficile mestiere di padre è una realtà emozionante, a cui spero di saper far fronte", dice il cantante con una luce particolare nello sguardo.
Forse proprio perché guarda al futuro, alla sua nuova dimensione di padre, ha sentito professionalmente il bisogno di fare il punto della situazione del suo passato di cantautore con questo bellissimo disco "live" che è "Alè-oò". E ha anche accettato di fermare in immagini l'emozione di questa tournée affrontata con una carica nuova: dai concerti, infatti, è nato un filmato, che la televisione ha trasmesso di recente.
"Ora sento il bisogno di riposarmi. Di riflettere. Di stare con Paola e Giovanni il più possibile. E magari di dedicarmi al libro che sto scrivendo. Da tempo ho in programma di fare anche l'esperienza di scrittore, ma ho cominciato due o tre volte, senza completarla. Forse questa è la volta buona", sorride finalmente rilassato.
Viene naturale chiedergli se oggi, che ha 31 anni ricchi di risultati, pensa mai a quando sarà vecchio, e forse il successo sarà solo un ricordo. "Al successo non è facile rinunciare, se dicessi il contrario sarei in malafede. E a un futuro ancora tanto lontano non riesco a pensare. Probabilmente avrò più tempo per me stesso, per le cose che mi interessano. Ascoltare musica per esempio. Mi piace il melodramma, da Verdi, Puccini, Bellini. Io, che sono un autodidatta e ho cominciato prima a cantare che a suonare, confesso che è stato proprio a questi autori che mi sono ispirato. E poi troverò tempo per leggere, altra cosa che mi appassiona parecchio. Insomma, credo che sarò come oggi, con i miei dubbi, le mie convinzioni. E oggi, in confidenza, mi sembra di essere un ragazzino".
E ragazzino sembra davvero, con i capelli lunghi e il fisico atletico, tanta gioia che comunica a chiunque e tanta serenità finalmente raggiunta. Non vuol essere una star, anche se ha finalmente trovato la sua dimensione e non ha più paura del pubblico. "Sono un capocomitiva", dice, "uno che sta bene con gli amici, cantando in compagnia".
segnalato da Paola C.