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Rassegna stampa - domenica 23 giugno 1974 ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2001

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Pubblicato su TV Sorrisi & Canzoni - 23/06/1974

Con "E tu..." Baglioni ci presenta un LP suggestivo per la vivacità e la bellezza dei testi che raccontano la vita semplice, le piccole cose, del cantautore romano.
E tu...
Il gruppo di ascolto, formato come sempre da giovanissimi, ha accettato senza riserve il disco.

di Luigi Bianco

foto La stagione musicale italiana, alla soglia delle ferie estive, ci riserva un'ultima sorpresa: il nuovo LP di Claudio Baglioni. Baglioni è un ragazzo semplice, che si diverte a comporre musica e a trascrivere su un foglio bianco suggestioni lineari, quasi sempre poetiche. "E tu..." è lo specchio, ora a tinte romantiche, ora un po' ironiche, ora tristi, ora allegre, di un ragazzo dei giorni nostri: un ragazzo limpido, chiaro, che ha una ragazza molto bella, dagli occhi sereni. Claudio stesso canta una "serenità" di sentimenti che non si riscontra in altri autori italiani. Baglioni potrebbe essere il liceale che scrive, perché ne sente il bisogno, le "sue poesie leggere" e potrebbe essere l'operaio giovane che, pur senza una "cultura", capisce la bellezza di un mattino che si sveglia e si svaga giocando a flipper come lo studente. Senza fatica, il cantautore romano si inserisce nella realtà dei suoi coetanei perché racconta le sue emozioni più vere, autentiche, le piccole cose di tutti i giorni. "E tu..." non è un disco story legato da un tema guida, da un filo conduttore: è una normale raccolta di canzoni che nascono, però, da stati d'animo diversi. Ma un legame c'è: ed è la freschezza di un sentire, di un porgere le cose, di un fare, senza presunzione, partecipi gli altri di una propria realtà che ha il merito, lo ripetiamo, di essere la realtà di molti, come hanno sinceramente ammesso i ragazzi del nostro gruppo di ascolto.
PIERO. Dopo l'ascolto di questo LP si ha l'impressione che tu ti sia leggermente distaccato dal tuo genere...
BAGLIONI. C'è un cambiamento perché con "E tu..." ho abbandonato un certo tipo di LP story. Una volta tanto mi sono detto: ma sì, scriviamo delle canzoni non necessariamente legate da un filo conduttore: ed ho raccontato le cose semplici che faccio io normalmente. Così, ecco il ricordo del paese dove vado in vacanza, ecco certe suggestioni che provo quando mi innamoro di un mattino che si sveglia, ecco il ricordo di quando prendevo la chitarra e strimpellavo a tempo di rock. C'è, forse, in questo LP la preoccupazione di non allontanarmi da una realtà italiana, quindi mia. Io vivo a Roma: mi sembra giusto, allora, che la mia musica nasca da questo ambiente, anche se il disco è stato registrato a Parigi.
NOI. Tu parli di una realtà italiana ma l'attacco di "Io canto" è in inglese. Una contraddizione ?
BAGLIONI. Non si tratta di contraddizione. Questo disco, musicalmente, nasce da un esperimento a livello di suoni. Con Vangelis, un ex Aphrodite's Child, che ha suonato tutti gli strumenti immaginabili, ho registrato "E tu..." a Parigi per una questione di comodità: ma le mie storie sono italiane. "Io canto", idealmente, introduce e chiude il 33: anzi, ne diventa forse il tema conduttore mancante. Cioè, "Io canto": io, Claudio Baglioni, con la mia musica e il mio modo di raccontare l'amore. Perché l'attacco in inglese ? Perché i quindici ragazzi che a Parigi hanno fatto il coro non parlavano l'italiano e perché l'inglese è una lingua universale, come universale dovrebbe essere l'amore, l'unica cosa che dovremmo conservare gelosamente.
NOI. Questi versi in inglese non potrebbero essere una concessione alla moda ? Baglioni, che è bravo, sa captare una certa realtà: come quella di voi ragazzi che portate, per esempio, curiose magliette con scritte in inglese...
ALDO. Se Baglioni avesse pensato ad una speculazione, avrebbe scritto tutti i versi in inglese...
VIVIANA. È giusta questa introduzione con vocaboli inglesi: è un linguaggio che noi ragazzi usiamo, ogni tanto. Cioè, ogni tanto noi infiliamo nei nostri discorsi qualche parola in inglese o in latino: così, ci viene spontaneo...
PAOLO. E Baglioni è giunto al successo proprio grazie alla sua spontaneità: oggi è sicuramente l'autore più vicino a noi.
VITTORIO. In questo LP, inoltre, la musica è più nitida che non nei precedenti 33.
NOI. Baglioni è un cantautore vicino a voi ragazzi, come dimostra questo dibattito e questo LP. Ma da lui, poeta sereno dell'amore, non pretendete qualcosa di più ? Un maggiore impegno ?
ANNA. Baglioni è già un autore impegnato perché scrive se stesso.
BAGLIONI. Io canto l'amore. Se oggi affrontassi, con la mia scarsa esperienza, grossi temi sociali sarei un presuntuoso. Magari fra tre anni lo farò: ma oggi non me la sento.
TUTTI. Per essere impegnati non c'è bisogno di cantare la politica.

segnalato da Manlio

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