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Walter Savelli
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Walter Savelli




Così ti insegno rock su Internet

"Sono solo paginette"
Gazzettino di Venezia del 30 marzo 1999

Walter Savelli, tasterista di Baglioni

Così ti insegno rock su Internet

Lezioni a distanza a Donna Summer, un programma a puntate e un progetto discografico.


Walter Savelli è universalmente noto per i tremendi occhiali di plastica bianca che poggiano da sempre sul suo naso, almeno da quando li vide addosso a Elton John. Da oltre vent'anni collabora con Claudio Baglioni come tastierista di fiducia e quando il cantante romano si riposa, lui se ne sta a Firenze a scrivere i suoi manuali di musica dedicati al pianoforte rock e all'arrangiamento, oppure a gestire corsi di musica. Di recente Savelli, amante della tecnologia come forse solo un tastierista che sa districarsi tra expander e sintetizzatori può essere, si è lasciato affascinare dalla Rete e la navigazione in Internet gli ha fatto venire l'idea di realizzare non solo un suo sito personale (walter.savelli.fol.it), ma anche delle lezioni a distanza e addirittura una propria trasmissione multimediale a puntate, "Walter Stories" che chiunque si colleghi può vedere, con aneddoti, curiosità e esempi.

Come ti è venuta l'idea?

"Essendo musicista elettronico ho sempre lavorato con i computer e prima ancora coi sequencers. Poi è arrivato Internet, e mi sono buttato in rete. Era quello che aspettavo, da curioso, ho sposato la novità e ho iniziato a navigare. Poi ho pensato che dava possibilità di lavoro, di entrare contatto con musicisti e allievi e all'inizio ho fatto degli esperimenti. Quando due anni fa con Claudio abbiamo registrato "Anime in gioco", ho spedito gli arrangiamenti via Internet da casa mia a Firenze ai suoi studi a Milano. Non tutti erano d'accordo, ma Claudio disse ok. Internet è un mondo che mi ha entusiasmato e ho capito i vantaggi".

Che possibilità ti offre come musicista?

"Sto sperimentando ancora. Ogni due tre anni organizzo concerti con i miei allievi (ne ho un centinaio) fra cui Masini, Vallesi, Falagiani, il pianista di De Gregori Carlo Gaudiello, tutti allievi miei. L'anno scorso mi venne in mente di fare un concerto in diretta via Internet. E' stata una follia divertente. A un certo punto la diretta si è bloccata, ma noi abbiamo continuato a suonare e adesso chi vuole può andare a rivedersi l'evento in rete, nel mio sito. Partendo da questa esperienza anche Claudio ha fatto l'estate scorsa la diretta su Internet del concerto romano".

Che risultati hai sul sito?

"Ventimila accessi ai mese, che per un sito non commerciale sono un ottimo risultato. Ricevo duecento messaggi di posta elettronica al giorno anche da Australia e Russia. Sono malato di comunicazione e il musicista del 2000 non solo dev'essere bravo e suonare bene, ma anche spaziare in altri campi. Mi spiace che pochi colleghi siano attenti a questo aspetto".

Gli aneddoti più curiosi?

"Rispondo a tutti in un'ora o due e la maggior parte di chi riceve la risposta non crede ai propri occhi. E siccome rispondo velocemente c'è chi mi riscrive e così via. Mi diverto a lavorare con gli allievi. Per la didattica è importante. C'è gente che si fa dieci ore di treno da Bari o da Berna per esserci almeno un'ora al mese. Via Internet ricevo esercizi, brani, canzoni in formato digitale, li ascolto, li correggo e li restituisco con le mie note. Aspetto di diventare esperto con la telecamera per dare lezioni multimediali. Soprattutto aspetto "Beatnik", un programma fatto apposta per Thomas Dolby Robertson che sembra sia in grado trasmettere audio in tempo reale in qualità Cd. Lo usa Dave Stewart degli Eurythmics. Sulla base di questo sto inventandomi una specie di concerto di fine millennio con tutti gli allievi che suonano insieme da Berna a Milano".

Baglioni naviga in rete?

"Naviga poco e tutte le volte mi da ragione ma alla fine è fagocitato altre sue storie. Ma gli ridirò cosa ho imparato: che non si può delegare Internet. Si deve vivere in prima persona. Io lo sto facendo".

Che stai facendo al momento?

"In attesa che Claudio torni a lavorare sul suo prossimo disco sto facendo un disco strumentale per conto mio".

Quali sono i tuoi gusti?

"Nasco coi Beatles. Ho una cultura rock'n'roll anni 50. Ma avevo 15 anni quand'è uscito "Yesterday" e ho avuto il vantaggio di vivere quel periodo da teenager ma anche di musicista, perché già suonavo nei locali in quel periodo. Sono fiero dei miei 50 anni. Mi piace anche Gabriel, Sting, Bowie, Elton John, McCartney. Ma amo tutto ciò che sento fare in un certo modo. Annie Lennox, ma anche Stevie Wonder. Non sono molto attratto dalla parte jazzistica. Sono uno rock".
Come funzionano le tue lezioni?

"Io insegno pianoforte e tastiere moderne. Ho inventato un sistema per partire dal piano moderno saltando quello classico. La soddisfazione è che se agli inizi di carriera insegnavo a ragazzetti appassionati, ora insegno a professori di musica e insegnanti di conservatorio che vengono da me per capire cosa succede nella musica moderna. Molti hanno un mio libro. E scoprono che possono usare Internet per mandarmi esercizi. Mi mandano esecuzioni sui file midi, e io le correggo".

Altri progetti?

"Ho messo a punto la società "Happy Island" isola felice. Sarà un po' come quelle etichette americane che mettono Internet in musica e per i gruppi che si autoproducono ci sarà la possibilità a basso costo di mettere un loro brano in rete con foto, biografia e l'ascolto di un demo del disco che si potrà poi ascoltare e acquistare".

Cosa pensi davvero dell'uso del computer in musica?

"Ci ha tolto certe inibizioni. Posso sperimentare, correggere, senza limiti. Il lato negativo è che troppi credono che usando un computer e una tastierasi diventi compositori. Una volta si doveva pensare di più. Il computer ha portato a un approccio troppo amichevole, alla sperimentazione senza la preparazione necessaria".

Giò Alajmo